“Dopo le gravi dichiarazioni che il direttore generale della Soprintendenza di Pompei, Massimo Osanna, ha affidato alla stampa, Flp e Unsa – annuncia Antonio Pepe, segretario aziendale del ‘cartello’ autonomo – non intendono più dialogare con lui. Per la vertenza su Pompei chiediamo un tavolo di trattativa nazionale con il ministro Franceschini. Dico questo concordemente con i segretari nazionali Rinaldo Satolli e Giuseppe Urbino”. Non cessano, dunque, le tensioni tra sindacati e Soprintendenza e la vertenza si allarga anche agli iscritti della Cisl dopo alcune affermazioni critiche di Osanna sui sindacati. Si prepara una domenica difficile, il 5 febbraio, per la gestione del sito, che è tra i musei aperti gratuitamente e, con il bel tempo, richiama al mattino un fiume di visitatori tale da imporre il numero chiuso. Domenica i dipendenti si riuniranno in assemblea dalle 8 alle 11 e ciò comporterà la chiusura delle Domus destinate a rimanere incustodite per consentire la riunione sindacale.
Sono giorni complicati per il sito archeologico di Pompei. Quasi come se il mirino delle polemiche fosse puntato solo ed esclusivamente sulla Soprintendenza Archeologica. Al centro della questione, stavolta, c’è ancora una volta il braccio di ferro tra il Soprintendente Massimo Osanna e i sindacati. La questione è questa: nei giorni scorsi a seeguito di un’assemblea sindacale della Confsal-Unsa il Soprintendente Osanna è stato oggetto di una denuncia (presentata alle forze dell’ordine dei carabinieri locali) per abusi di ufficio. Ebbene la riunione era in programma dalle ore 8.30 alle ore 11.00, a sito archeologico chiuso. A difesa di Osanna, poi, è arrivata proprio la Soprintendenza Archeologica: “”Questa mattina il sito archeologico è stato aperto con i 9 custodi non aderenti all’assemblea affiancati da alcuni funzionari in servizio che sono stati ridistribuiti per presidiare varchi e punti sensibili e assicurare i servizi minimi di custodia del sito. Come di prassi, già il giorno prima ci si è premurati di avvisare il pubblico attraverso il sito web istituzionale e i punti informazione, circa la possibile e temporanea chiusura nelle ore di assemblea di alcuni edifici in custodia agli addetti della Soprintendenza”. Una storia che, però, non è finita qui. Ad insorgere ancora contro il Soprintendente Osanna è la segreteria nazionale Confsal-Unsa: “Il Soprintendente di Pompei, sminuendo il ruolo dei due sindacati maggiormente rappresentativi, mistifica la vertenza con svariati tentativi per presunti ricatti, l’UNSA lo querela e ne risponderà nelle aule del Tribunale”, si legge nel comunicato. “Osanna forte delle coperture politiche, dopo la denuncia presentata contro di lui per e omissione di atti di ufficio previsto dal combinato di norme e contratti che regolano l’attività istituzionale e le relazioni sindacali, diffama il sindacato UNSA e FLP, che difendono i lavoratori e la salubrità e la sicurezza dei luoghi di lavoro. Infatti, occorre rammentare che Giuseppe Urbino, segretario nazionale UNSA Beni Culturali e Rinaldo Satolli della FLP, dopo l’assemblea che si è tenuta ieri 26 gennaio, hanno presentato un esposto-denuncia ai Carabinieri contro il Soprintendente degli Scavi, Massimo Osanna, accusato di tenere nei confronti dei lavoratori “comportamenti anomali che il sindacato non può più tollerare. Tra questi vi sarebbe l’utilizzo di personale di supporto, non preparato, per la vigilanza del sito che mette a rischio la sicurezza del grande patrimonio archeologico protetto dall’ Unesco. Infine, il Segretario nazionale Urbino, ritiene che sono di estrema gravità il contenuto delle affermazioni diffuse a mezzo stampa da parte del Soprintendente Massimo Osanna, circa presunti ricatti o beghe tra sindacalisti”