Continua a svolgersi a Sarno “Agro Alto Pregio”, e molti sono gli ospiti che prendono parte all’evento, interfacciandosi anche con le varie attività proposte ed il numeroso pubblico.
Domenica 29 gennaio infatti, la manifestazione ha preso avvio a partire dalle ore 11.00 con la presentazione del libro “La cucina napoletana” del giornalista e scrittore Luciano Pignataro. L’incontro è stato condotto da Marco Contursi, fiduciario dell’Agro Nocerino Sarnese dell’associazione Slow Food Campania. A seguire, i presenti hanno assistito all’incontro tematico intitolato “Archeologia ed enogastronomia”.
Dopo la pausa pomeridiana, alle ore 19.30 è stato proposto un interessantissimo showcooking, nel quale i ragazzi del centro LARS di Sarno hanno potuto cimentarsi ai fornelli, sotto la supervisione dello chef Raffaele Buonaiuto. La serata ha poi raggiunto il culmine con l’intervento dell’attrice Rosaria de Cicco, che ha portato sul palco il pezzo intitolato “Mal di denti” dell’autore stabiese Annibale Ruccello, al quale ha fatto seguito una carrellata di barzellette, o piccoli racconti, che hanno strappato qualche risata anche alle personalità più seriose tra i presenti.
Rosaria de Cicco ha poi ringraziato il Sindaco, il dottor Giuseppe Canfora; gli organizzatori dell’evento, Hullabaloo, Rossella Liguori e Lucio Belmonte, ed ha infine evidenziato l’impegno dello chef Buonaiuto nel coinvolgere i ragazzi del centro sarnese per il quale collabora in iniziative simili. “Sono felice di ciò che siamo riusciti a fare questa sera”, dice Buonaiuto, “ Se siamo qui è perché crediamo nel valore dei rapporti umani, e soprattutto perché questi ragazzi così straordinari hanno il coraggio di insegnarci cos’è davvero l’amore”.
Dopo la standing ovation ricevuta, sia per le parole stupende che sono state spese sul palco, sia per la divertentissima performance dell’attrice partenopea, Rosaria de Cicco si è resa disponibile per foto ed interviste, e noi di “Obiettivo notizie” abbiamo potuto rivolgerle qualche domanda.
– Rosaria, cosa l’ha spinta a diventare una delle madrine dell’evento?
“Mi ha spinto anzitutto il fatto che mi abbiano chiamato delle persone a cui voglio bene e con cui ho lavorato. Mi ha spinto il fatto che fosse a Sarno, città che conosco bene per l’umanità, poi perché si parla di enogastronomia, ed avendo realizzato degli spot che tutelavano la dieta mediterranea ed il buon mangiare non potevo mancare. Poi infine, perché di questa serata erano protagonisti questi ragazzi così speciali, e dunque, come avrei potuto dir di no?”
– Lei fa parte del sodalizio degli “Attori indipendenti”. Ci spiega in cosa consiste?
“Gli “Attori indipendenti” sono nati dall’esperienza e dalla volontà di attori, diciamo di lungo corso, che amano il loro lavoro ed hanno cominciato a farlo in un tempo in cui si credeva di poter effettuare davvero una sorta di rivoluzione. Poi alcune condizioni, come l’imbarbarimento dovuto alla TV, al potere, ai soldi che, come dice Viviani, mostrano sempre le stesse mani che si stringono tra di loro, ci hanno spinto a fare una scommessa, una rivoluzione. Ed ecco, è questo ciò che gli “Attori indipendenti” si propongono, oltre che al fatto di proporre una dimensione che era stata quasi del tutto dimenticata, che dia valore allo spettatore, ma anche all’attore, i quali sono gli unici due elementi indispensabili per uno spettacolo, poiché se l’uno o l’altro manca non ci può essere teatro. Quindi vogliamo fare in modo che sempre più attori si aggreghino alla nostra compagnia, per fare in modo che ci sia volontà ed attitudine ad andare al teatro per il gusto della scelta quotidiana di andare a vedere una cosa bella, fatta col cuore. E’ per questo che gli spettacoli di Viviani vengono fatti da attori ‘veri’, ossia che si mostrano in scena con tutte le loro pecche, i loro difetti, tutto ciò che possiamo sbagliare, e che nonostante tutto, ci permette di essere indentificati come attori e non come improvvisati, e questo è ciò che al momento ci rende più fieri del nostro progetto, e ci fa capire che forse non stiamo sbagliando.”
– Lei è impegnata al teatro con lo spettacolo “O’ vico” di Nello Mascia. Ce ne parla brevemente?
“Con Nello Mascia ho debuttato raggiungendo un momento importante con “L’ultimo scugnizzo” di Viviani, e quindi poi ognuno di noi ha fatto il loro percorso. Ma quando sei agli esordi hai quei primi ricordi come i più belli, dunque per questo ci siamo incontrati ed abbiamo deciso di creare gli “Attori indipendenti”, e “O’ vico” nasce proprio dal fatto che potevamo impegnare numerosi attori che sono anche amici oltre che professionisti, oltre al fatto che questo era il primo spettacolo di Viviani ambientato in una specie di varietà, laddove però ci sono anche dei messaggi politici subliminali, in un’epoca che è quella degli anni ’20, dove spettacoli di questo genere erano assolutamente vietati.
“O’ vico” dunque parla di una compagine di persone che vivono proprio in un vicolo, e porta alla luce tutte le personalità che ci vivono e in qualche modo lo caratterizzano. Lì dunque c’è tanta umanità che noi attori, sotto la guida di Nello abbiamo adattato alle nostre corde, rispettando la rappresentazione più pura del modo di Viviani, distanziandoci anche dalle fila del teatro moderno, poiché Viviani è sacrale, le sue opere sono una declamazione di tanta sacralità. Questo rende riconoscibile la sua impronta, e lo rende degno di essere rappresentato non solo nelle terre a lui vicine, ma anche in tutta Italia, poiché una rappresentazione così pura merita di essere conosciuta, ambendo ad avvicinarsi anche ai giovani. Questo dunque mi rende molto orgogliosa e fiera, poiché posso contribuire a qualcosa di divulgativo che faccia presa su loro, anzi, voi giovani, che siete il nostro futuro.”