La lettura di un passo de “L’isola di Arturo”, il romanzo premio Strega apre il trentennale del Premio Elsa Morante al Teatro Mercadante di Napoli.
“Non è solo un Premio ma un modo per festeggiarla e per ricordarla” esordisce così Dacia Maraini, la scrittrice presidente del Premio che nel trentennale festeggia il suo ottantentesimo anno d’età. “Quest’anno il filo conduttore è rappresentato dall’universo femminile e dai suo vari mondi, con un’attenzione particolare alla figura del padre e al rapporto padre-figlia”. Soprusi, maltrattamenti ma anche genialità, progresso, speranza: questo sono i vari mondi declinati in vari modi, col Premio istituito nel 1986, l’anno successivo alla morte della Morante: dalla saggistica al teatro, dalla narrativa alla comunicazione, dall’impegno civile alla musica, tutto all’insegna della poliedricità. Poliedricità è la parola che ha risuonato più volte sul palco del teatro Mercadante, sia per i premi assegnati e poliedrica anche la stessa Elsa, che ha espresso il suo mondo in una sinfonia di linguaggi: scrittura, cinema, poesia, musica, traduzione, aiuto regia con Pier Paolo Pasolini, giornalista radiofonica di critica cinematografica negli anni ‘50. Forte connotazione di impegno civile, espressione di identità ed orgoglio femminile, forza e conquista della società da parte delle donne, uscita da situazioni pessime ed impegno per la dignità femminile dai testi alla vita quotidiana: questa è la donna raccontata da Elsa Morante. Così “Le donne erediteranno la terra” di Aldo Cazzullo vince il premio Saggistica: sono le donne che sanno cogliere le opportunità che abbiamo di fronte, che sanno amare e non perdono quasi mai la speranza. “Siamo in ritardo come paese, ma ce la faremo. Già aumentano le percentuali di donne in quegli impieghi che sono sempre appartenuti agli uomini” sottolinea Cazzullo, dopo aver evidenziato l’importanza della serata tenutasi a Napoli “Napoli custodisce l’identità italiana, all’estero l’Italia è una grande Napoli”.
“C’è bisogno di un lavoro continuo, fatto con passione e determinazione: bisogna camminare fianco a fianco alle persone vittime di violenza, e dire ‘Noi’ vogliamo la pace”. La forza della solidarietà e dell’impegno incessante nelle parole donna vincitrice della sezione “Impegno civile”: Suor Rosemary Niyrumbe, le religiosa ugandese tra le 100 personalità più influenti del mondo secondo Time Magazine nel 2014, che ha dedicato tutte le sue forze per sostenere le vittime delle violenze dell’Lra, in particolare le baby soldato cui è stata rubata ogni innocenza, donne rese strumenti di morte nelle foreste d’Africa.
“Dar voce a Elsa Morante” il Premio Teatro da quest’anno denominato “Teatro Mercadante” è il riconoscimento dedicato agli attori che va a Paola Cortellesi, attrice, sceneggiatrice impegnata anche sul piano sociale, contro il femminicidio e la violenza sulle donne “Voglio dedicarlo ad una grande donna, un modello da seguire, una donna che ho avuto l’onore di vedere nella sua quotidianità: Dacia Maraini, mia vicina di casa”
Dal teatro agli studi che promuovono la figura della scrittrice fuori dall’Italia; Gandolfo Cascio, studioso di Elsa Morante vince il Premio “Morantiano” “Diffondo in Olanda, attraverso i miei studi e gli insegnamenti ai miei studenti quelle tematiche meno frequentate, come l’ebraismo e il tema degli angeli” “Adoro questa scrittrice: quando sono partito per l’Erasmus proprio in Olanda, portavo nel mio zaino “L’isola di Arturo”.
“Il racconto per immagini possiede una grande forza: rileva la completezza e la complessità di eventi come ad esempio la guerra” racconta il Premio per la Comunicazione Monica Maggioni, Presidente della Rai, giornalista, già direttrice di RaiNews 24 e poi del polo all news della Rai, che è stata inviata di guerra di grande coraggio.
Un premio alla magia è quest’anno il Premio per la musica vinto da Max Gazzè, musicista eccentrico e compositore originale “In ‘Alchemaya’ si fondono elementi esoterici, spirituali, storici e filosofici per dare vita ad un’opera sintonica.
Per festeggiare il compleanno della sua Presidente il Premio per la produzione Culturale ad Emanuele Nespeca, il produttore cinematografico che ha realizzato il docu-film sulla vita di Dacia Maraini “Io sono nata viaggiando”: “il cinema è fondamentale perché lì è un perdersi per riconoscersi. L’industria cinematografica è una grande risorsa per il paese, per cui non dobbiamo mollare” sottolinea Nespeca.
Il più antico come tradizione, quello più morantiano, il Premio per la narrativa, va a Rosanna Campo che, con “Dove troverete un altro padre come il mio” racconta uno dei temi cari alla Morante, quello del rapporto con un padre complesso, un padre presente, seppur assente gran parte della vita “Io sono scappata da mio padre: sono andata in Francia ed ho messo così tra me e lui una distanza chilometrica e linguistica” sottolinea la scrittrice “Questo è stato il più difficile dei miei scritti, ma – senza retorica – oggi lo vivo come un percorso d’amore, una riconciliazione”.