Pompei, chiuso l’hotel degli amici di via Plinio. I proprietari: “Accanimento inspiegabile contro di noi”

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“Albergo degli amici” di via Plinio, chiuso per annullamento di licenza per l’esercizio di attività ricettiva. Tutto succede a seguito dei controlli della polizia municipale guidata dal comandante Gaetano Petrocelli che ha rilevato una serie di abusi nella struttura. «Ci stiamo difendendo», così interviene Emilia De Martino, proprietaria della struttura alberghiera che si trova ai piedi degli scavi archeologici di Pompei. «Andremo fino in fondo – continua -.Siamo disposti a convocare anche il presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, Raffaele Cantone». Sono parole che esprimono rabbia e allo stesso tempo anche delusione quelle di Emila De Martino, che proprio non ci sta e decide di andare fino in fondo alla questione che, secondo quanto ha riportato, è nata da una diatriba tra vicini. «Se abbiamo segnalato anomalie di altri esercizi commerciali a noi vicini alle forze dell’ordine, è perchè quest’ultimi distrubavano la nostra attività, violando, innanzitutto, la quiete pubblica dei nostri clienti. Ovviamente, abbiamo dapprima cercato un approccio amichevole con i diretti interessati, ma non siamo stati bene accolti. Anzi. Oggi sembra che queste persone cerchino solo vendetta per tutto questo, nei nostri confronti». All’hotel in questione sono stati contestati una serie di abusi, tra cui: ampliamento, tettoie, recinzione e anomalie a primo piano. Ma i proprietari dell’attività in questione reputano tutto questo come una sorta di accanimento su cui sarebbe potuta ricadere anche l’azione sottobanco di ex politici locali: «Siamo convinti che potrebbero esserci stati accordi tra ex consiglieri comunali e i dirigenti dell’ente. Altrimenti non si spiega il perchè di tutto questo accanimento, quando, poi, gli abusi che sono stati rilevati in passato in casa loro sono stati cancellati in pochi giorni». La questione dell’abusivismo, a Pompei, è una di quelle difficile da affrontare. «Sono abusi ereditati quelli nel nostro albergo, che è datato agli anni 60. Non ci spieghiamo come mai, con due condoni, degli anni 70 e 80, soltanto oggi il comune si accorga che esistano tali infrazioni nella nostra struttura». L’albergo, infatti, esiste dal lontano 1949, e sembra che da allora non siano state apportate modifiche a quest’ultimo. La struttura, invece, è sorta ai primi del 900, quando divenne prima trattoria, poi albergo prettamente turistico. «Sono nata in questa struttura e ci lavoro, grazie a mio padre, da quando avevo 13 anni – continua De Martino -. E’ una vergogna, poi, che al comune non si trovi la nostra licenza. Ma forse è solo un modo per non farcela vedere? Denunceremo anche questa omissione di atti d’ufficio. A noi revocano la licenza, e, invece, al centro commerciale La Cartiera (ad esempio) non viene contestato nessun abuso e non viene preso nessun provvedimento». Insomma, la questione della chiusura dell’albergo ha innescato anche tutta una serie di commenti a Pompei, oltre a portare il caso, probabilmente, anche al di fuori delle mura della città. Conclude, infine, De Martino: «Ci hanno causato un danno enorme, sia economico che d’immagine. Abbiamo fatto 2 richieste di ricorso al Tar. Una per gli abusi contestati a noi, e un’altra per la questione della licenza. Ci hanno revocato la licenza per un presunto abuso edilizio? E’ uno scandalo. Vogliamo giustizia».