Natale rimane tra le poche festività ad aver conservato, quasi intatto, tutto il suo fascino gastronomico. Un fascino dettato da un’antica e radicata tradizione che vede resistere sulle tavole della regione tutti i piatti ed i prodotti tipici di questo periodo. Come dire che senza capitone, baccalà, insalata di rinforzo, vongole, minestra maritata e via elencando non può esserci Natale a tavola in Campania. Ma al contrario dell’immagine di opulenza ostentata nelle vetrine, in questi giorni, il Natale, nella nostra regione, nasce povero. L’immenso patrimonio gastronomico che passa per l’insalata di rinforzo, per il baccalà fritto ed i roccocò è figlio dei prodotti semplici di una terra che da sempre ha saputo fare della fantasia uno degli ingredienti essenziali della propria cucina. Una marcia in più che ha elevato la cucina partenopea e regionale ai livelli più alti dell’intero panorama internazionale. Broccoli, cavoli e scarole sono umili verdure invernali che da prodotti poveri sono diventati elementi di principesche pietanze natalizie. Basti pensare alla sontuosa e voluttuosa “Pizza di scarole” che accompagna da sempre la vigilia del Natale nelle nostre zone. O alla famosissima insalata di rinforzo che ha per protagonista il cavolo. Così il baccalà o il capitone che in questi giorni vivono il loro trionfo a tavola nelle mille sfumature che vanno dall’insalata al fritto, dalla marinatura al sugo. Anche i dolci che partono dall’impasto di nient’altro che acqua e farina diventano i rinomati roccocò o i gustosi struffoli, impreziositi, i primi da nocciole della zona ed i secondi dal miele e dalle scorrette candite degli agrumi sorrentini.