Vino Rosso, Noir, Abbazia di Crapolla, 2014
La Società Agricola Crapolla nasce nel 2007 rilevando il fondo nel territorio dell’antico casale di Avigliano(ai giorni d’oggi è la frazione di San Salvatore) in Vico Equense e propriamente sul culmine della collina che sovrasta il Vallone di Satrulo e il convento di San Francesco. Qui si trova una piccola Abbazia Benedettina, un tempo divisione di quella situata nel Fiordo di Crapolla a Massa Lubrense, ed oggi sede della cantina e pronta ad accogliere gli ospiti in visita all’azienda. Antichi manoscritti testimoniano la produzione di grandi vini proprio qui in Penisola: il “Vinum Sorrentinum” oltre ad essere paragonato al “Vinum Falernum” era il vino bevuto dall’Imperatore Tiberio nella Villa Jovis a Capri. Vicissitudini risalenti al 1526 ci portano a conoscenza di litigi tra la nobile famiglia Carafa di Napoli e l’università di Vico Equense riguardo al prezzo di vendita dei vini di Crapolla, a testimoniare ulteriormente la qualità dei vini prodotti qui in zona. Nel 2008 i proprietari mossi in primis da una grande passione e dalla voglia di valorizzare un territorio ahimè bistrattato, nonché affrancati dalle testimonianze storico-culturali, decidono di dar vita ad un nuovo vigneto di Falanghina e Fiano, conservano in parte le vecchie viti di Sabato e Merlot, ed impiantano Pinot Nero per vezzo personale.
Segue i lavori in vigna ed in cantina l’enologo ed agronomo Arturo Erbaggio che, con competenza e caparbietà, sta conducendo e portando avanti una sfida colma di difficoltà: ogni vendemmia a Crapolla è sì la sintesi di un anno di duro lavoro in vigna, ma soprattutto una nuova lezione da cui imparare soprattutto dai capricci della varietà transalpina.
Quest’oggi sono qui a parlarvi proprio del vino ottenuto da Pinot Nero, il Noir, croce e delizia al tempo stesso. Le viti sono allevate a guyot su suolo franco sabbioso, ricco di pomici e lapilli, con rese bassissime di circa 0,7-0,8 kg/ceppo. La vinificazione avviene in acciaio, con una breve macerazione pellicolare, ed è seguita da un’élevage in barrique di 8/9 mesi prima dell’imbottigliamento. Nel calice il vino si presenta con una vivida e trasparente veste rubina tendente al granato. Al naso denota in prima battuta profumi legno di sandalo e pepe, successivamente si apre su note di amarene mature e petali di rosa appassiti, poi cioccolato al latte e cipria: il tutto su una nota di fondo vegetale e balsamica. Il sorso è carezzevole al palato, sorretto da una piacevole freschezza, una discreta sapidità ed una sottilissima trama tannica.
Eleganza, un corpo di media struttura ed intensità ed una chiusura appagante e sufficientemente lunga (su note fruttate e legnose) completano il quadro di questo rosso inusuale qui in costiera.Ho avuto modo di apprezzare il Noir in un calice voluminoso e di media apertura, ad una temperatura di 13/14°C, dopo averlo stappato con una mezz’oretta di anticipo. Potrebbe essere il compagno ideale di un piatto di “Linguine con Lupini, Broccoli e Peperone
Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina