Continua la scia positiva dei lavori portati a termine all’interno degli scavi archeologici di Pompei. Dopo il grande successo raggiunto con gli oltre 3 milioni di vistatori, si aggiunge un altro importante tassello per la città eterna. E’ quello dell’apertura (dopo anni di chiusura al pubblico) della “Casa del piccolo Lupanare”. Oltre al ben noto Lupanare, esistevano altri luoghi deputati al piacere sessuale mercenario, decorati con scene erotiche, testimonianza di un’altra concezione della sessualità, più positiva e diffusa. Percorrendo via di Nola, voltando a destra in uno dei vicoli senza nome che conducono nel cuore della Regio IX, si incontra una domus dall’anonima facciata, denominata “casa del piccolo Lupanare” (IX 5, 14-16).
Entrando nella casa spiccano i pavimenti in mosaico e le pitture degli ambienti affacciati sull’atrio principale. La nostra attenzione è attirata da un altro ambiente, appartato rispetto al resto della casa. Lo chiamarono “lupanariello”, piccolo lupanare, quando nel 1878 venne alla luce, a ricordare il più noto Lupanare della regio VII: quadretti con scene erotiche che decorano le pareti affrescate rammentano verosimilmente la funzione cui era adibita la stanza. Insomma, gli scavi archeologici di Pompei si confermano sempre di più una realtà culturale ed artistica. I lavori del Grande Progetto Pompei proseguono senza sosta, e aggiunge sempre più pezzi ad un puzzle che si accinge a diventare un’opera sempre più incantevole.