Inizierà questa mattina, davanti alla Commissione Tributaria Provinciale (CTP), in via Nuova Poggioreale, a Napoli, il procedimento portato avanti da Equitalia, che si oppone ancora una volta alla sentenza con cui il 16 marzo dello scorso anno il giudice della CTP di Napoli, Fausto Izzo, aveva riconosciuto nel merito l’estraneità di Diego Armando Maradona da qualsiasi addebito del fisco, annullando i 34 milioni di interessi e more della cartella, che da venticinque anni macchiavano la reputazione dell’ ex numero dieci del Napoli, “riconoscendo che per lui, come dimostrato dalla difesa, le tasse erano state interamente pagate dalla Società Calcio Napoli in quanto sostituto d’imposta, come prevede la legge e come era stato già a suo tempo ampiamente riconosciuto dalla Procura partenopea”. Inoltre la sentenza decise che, in caso di ulteriori azioni esecutive a suo danno, Maradona avrebbe avuto piena facoltà di chiedere il risarcimento dei danni subiti.
In realtà la vittoria in tribunale del campione argentino e del suo legale venne ottenuta a seguito di un piccolo ma fondamentale errore commesso da Equitalia nelle sue azioni: la mancanza, nell’ultimo avviso notificato, dei calcoli precisi con i quali venne determinato il totale degli interessi di mora e l’aggio del fisco sul debito iniziale. La sentenza, dunque, non è stata evidentemente gradita dalla stessa Equitalia, che contro quel provvedimento ha deciso di andare in appello presso la Commissione Tributaria Regionale.
Come si legge nell’avviso di trattazione dell’udienza della giornata di oggi, il fisco convoca Diego Armando Maradona “residente in Napoli, strada vicinale Paradiso 70”, ovvero la sede della vecchia Società Calcio Napoli durante gli anni ’80 e che, l’allora società di Corrado Ferlaino ha abbandonato ormai da oltre vent’anni. “La sentenza del giudice Izzo, che attesta la piena innocenza fiscale di Maradona – afferma questa mattina il difensore del Pibe de Oro, l’avvocato Angelo Pisani – faceva seguito alla lunga serie di provvedimenti già emessi in tal senso, a cominciare dall’archiviazione del giudice penale, risalente al lontano 1994, con la quale si riconosceva che mai Diego era stato evasore fiscale”. Nuovi grattacapi dunque per il calciatore più forte di tutti i tempi, che faceva ammattire le difese avversare in campo ed ora lo fa nelle aule di giustizia. Inoltre – aggiunge Pisani – “siamo qui al fianco di Maradona, per far vincere ancora una volta verità e giustizia”.