Un murale per Giancarlo Siani: l’iniziativa per ricordare il giornalista ucciso dalla mafia

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Questa mattina sono partiti i lavori per realizzare l’opera di street art, in via Vincenzo Romanello a Napoli, che vedrà, a trentun’anni dalla sua scomparsa, ricordare con un bellissimo tributo la vita del giornalista Giancarlo Siani, ucciso dalla camorra nel 1985 per le sue coraggiose denunce espresse nei suoi articoli sul quotidiano “Il Mattino” di Napoli.

A realizzarlo, ci ha pensato l’Osservatorio sulla Creatività Urbana INWARD. La parete scelta, un muro stretto e lungo di 38 metri, si trova vicino all’abitazione in cui Giancarlo è nato e cresciuto ed è situato anche a pochi metri dal luogo in cui il 23 settembre del 1985, pochi giorni dopo il suo 26esimo compleanno, fu assassinato. L’opera sarà inaugurata venerdì 23 settembre per ricordare proprio quest’infausta ricorrenza.

L’iniziativa è stata finanziata con una sottoscrizione pubblica, fatta partire il 30 giugno scorso da Inward,  al quale successivamente, si è aggiunta il gruppo, nato su Facebook, “Un fiore per Giancarlo”. L’opera sarà realizzata dagli Orticanoodles, pseudonimo del duo Wally ed Alita, street artist milanesi di fama internazionale.

Partner dell’iniziativa è anche il quotidiano di Napoli “Il Mattino”, che ha supportato la causa sostenendo la raccolta fondi tramite il proprio sito web. La Municipalità 2 del Comune di Napoli ha inoltre concessonl’utilizzo del muro sul quale sarà realizzata l’intera opera.

“Quando me l’hanno detto, ho subito accolto con favore l’idea – ha spiegato Paolo Siani, fratello di Giancarlo – ma aggiunsi che non volevo si utilizzassero fondi pubblici: ero pronto a finanziarlo personalmente. Invece, siamo partiti col crowdfunding, e il successo ha superato ogni aspettativa: in meno di tre mesi, con agosto di mezzo, hanno aderito in modo spontaneo più di trecento donatori, anche da altre città d’Italia. Tra questi, l’Usigrai, il sindacato dei giornalisti Rai, che ha donato 1500 euro. Grazie alla loro sensibilità abbiamo raggiunto in poche settimane i 7.000 euro necessari. Quel muretto – ha spiegato ancora Siani,- ha visto passare chi sa quante volte Giancarlo, e chissà quante pallonate avrà ricevuto dalle nostre lunghe partite a pallone. Quel muretto ha visto anche i suoi killer aspettarlo per alcune ore e lo ha visto accasciarsi sul volante della Mehari. Quel muretto sa tutto ed ha visto tutto. Il volto sorridente di Giancarlo servirà come monito per far capire quanto la camorra sia bastarda. Abbiamo scelto di realizzare l’opera con una sottoscrizione popolare: sarebbe stato il modo che forse lui avrebbe scelto. A noi è sembrato quello giusto. Per cui, se vi va, aiutateci a far tornare per sempre Giancarlo lì dove ha vissuto i suoi 26 anni”.

“La nostra idea – spiega infine Wally, al secolo Walter Contipelli, l’artista che realizzerà e coordinerà l’opera – è quella di usare il muro come un ponte, e cioè di passare concettualmente da una costruzione che per natura divide ad una che per sua natura collega. Abbiamo scelto di utilizzare solo due colori, o meglio delle tonalità di grigio/seppia, come le foto di trent’anni fa, e diverse tonalità di verde: verde come il colore della Citroën-Méhari, su cui Giancarlo venne ucciso, ma anche verde che rappresenta il senso di giustizia, la speranza. Dentro l’immagine iconografica di Giancarlo sorridente – anticipa inoltre l’artista milanese – saranno nascosti la sua macchina per scrivere Olivetti e la Mehari. Ad incorniciare le immagini, alcune citazioni scelte: da Nelson Mandela ad Alda Merini, passando per un verso di «Basta poco», una canzone di Vasco Rossi. Quella sera, la sua ultima sera, il ragazzo con la Mehari avrebbe voluto applaudirlo. Purtroppo, però, Giancarlo a quel concerto non ci arrivò mai”.