Sebbene a Napoli si paghi una delle tasse di iscrizione ai test più alta d’Italia (5o euro), quest’anno si è avuto un aumento del numero degli aspiranti medico. Dati alla mano, infatti, a fronte delle 3.801 domande arrivate nel 2015 all’Università degli studi di Napoli Federico II, quest’anno a tentare di entrare alla facoltà di Medicina e Chirurgia saranno in 4.076, a fonte dei 415 posti disponibili. Alla Sun (Seconda Università di Napoli), ci proveranno in 1.800 ma accederanno al nuovo anno accademico 416 studenti per medicina e 25 per la facoltà di odontoiatria.
Biologia, chimica, fisica e matematica le materie su cui verterà la prova. Ma gli studenti si confronteranno anche con argomenti di cultura generale e ragionamento logico. Sessanta i quesiti della prova di ammissione da risolvere in 100 minuti, e cinque opzioni di risposta, tra le quali il candidato ne deve specificare una soltanto.
L’unica novità rispetto al passato riguarda il potenziamento delle materie “disciplinari”. Un esempio? A medicina le domande di cultura generale passeranno da 4 a 2, quelle di logica da 23 a 20, mentre sono aumentate quelle di biologia ( da 15 a 18) e quelle di Chimica (da 10 a 12). Restano ferme a 8 le domande di Matematica e Fisica.
La decisione di intraprendere la professione medica in questi tempi di crisi è indicativa della situazione occupazionale italiana:
– la disoccupazione giovanile secondo i dati Istat nel secondo trimestre 2016 è del 37,9%.
– per contro, l’81% di chi ha scelto un percorso di studi in ambito sanitario, dopo un anno dalla laurea ha già un lavoro. Un vero e proprio record se si considera che, tra gli altri laureati, il tasso di occupazione è del 36%. Purtroppo, soltanto uno studente su sei riuscirà a coronare il sogno. Anche se, negli ultimi anni, i ricorsi messi in campo dalle associazioni di studenti contro la “lotteria dei test” hanno aperto le porte dell’università italiana ad alcune migliaia di aspiranti che non avevano ottenuto il punteggio necessario per accaparrarsi uno dei posti messi in palio del ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. E per coloro che se lo possono permettere il sogno continua all’estero: in Albania, Romania e Spagna. Con l’intento di trasferirsi in Italia alla prima occasione utile e completare gli studi in patria.