Pompei, sfiducia a Uliano. I consiglieri: “Con lui il comune era diventato una caserma”

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Il sindaco di Pompei, Ferdinando Uliano, è stato sfiduciato. Questa la notizia che ha caratterizzata la giornata di caldo estiva nella città degli scavi. Questa mattina la maggioranza dei consiglieri comunali ha protocollato le dimissioni contemporanee, determinando così lo scioglimento del consiglio comunale. Sono stati in 10 a firmare l’atto di sfiducia (opposizione più i consiglieri di maggioranza Luigi Ametrano e Stefano De Martino). La crisi era nell’aria: già da tempo l’amministrazione comunale della città mariana era alle prese con fibrillazioni interne e varie polemiche. Nei prossimi giorni dovrà essere nominato il commissario prefettizio. Intanto i 10 consiglieri dimissionari hanno tenuto, dopo alcune ore dell’annuncio di sfiducia, una conferenza stampa per spiegare (anche attraverso un documento sottoscritto da tutti i consiglieri presenti) in maniera generica le reali motivazioni che hanno spinto a sfiduciare il sindaco Ferdinando Uliano. E’ stato bocciato dal suo stesso partito, il sindaco Uliano, quello che in camapagna elettroale gli aveva permesso di vincere (al ballottagio con Franco Gallo) le elezioni e indassare, quindi, la casacca di primo cittadino della città di Pompei.

IL DOCUMENTO
Un atto di grande responsabilità.
Stamane presso la sede del comune di Pompei i consiglieri comunali Luigi Ametrano, Angelo Calabrese, Carmine Cirillo, Raffaele De Gennaro, Stefano De Martino, Francesco Gallo, Bartolo Martire, Maria Padulosi, Salvatore Perillo, Marika Sabini, hanno depositato le proprie dimissioni dalla carica di consiglieri comunali finalizzate allo scioglimento del consiglio comunale e l’indizione di nuove elezioni.
Un atto di sfiducia al sindaco ed alla sua amministrazione che in questi due anni di governo non è stata capace di individuare le priorità alle tante urgenze presenti sul nostro territorio. E quando alcuni consiglieri comunali hanno tentato di programmare iniziative volte alla risoluzione di alcuni problemi sono stati messi “in angolo” privandoli, di fatto, di poter esercitare la propria funzione di consiglieri comunali.
La mancata programmazione unitamente alla inettitudine di questa amministrazione, incapace di trovare soluzioni possibili ai tanti problemi ha creato nell’intera città ed in tutti i settori produttivi un malcontento generale che ci ha spinti “responsabilmente” a compiere tale atto.
Abbiamo assistito, senza alcuna possibilità di intervenire, al funzionamento di una macchina comuanle inceppata, dove la stessa risorsa umana, è apparsa spesso intimorita dal potere politico, pronto a punire qualsiasi rapporto che andava oltre le sfere dell’amministrazione stessa.
Ad una classe dirigente confusa, dove le stesse compentenze finivano tante volte per sovrapporsi, creando disservizi all’intera cittadinanza.
Ad un vero e proprio festival di assessori comunali, frutto di una mancata programmazione che ha visto, in questo biennio, la nostra città degradarsi sempre di più. Al mancanto e/o al corretto funzionamento dell’organo consiliare, dovuto principalmente alle modalità di svolgimento dei lavori preparatori (commissioni consiliari istituzionali e conferenza dei capi gruppo consiliari) che di fatto hanno prodotto l’inefficacia dell’azione amministrativa.
Ad un palazzo che nelle intenzioni del sindaco doveva rappresentare il “palazzo trasparente” ma che nei fatti invece è risultato una vera e propria caserma privando l’accesso ai cittadini e non solo, manifestando nervosismo anche quando consiglieri di opposizione e qualcuno di maggioranza, “non gradito” si intratteneevano nelle stanze di dirigenti per discutere su questioni di interesse pubblico legate alla vita della città.
Ora bisogna trovare le giuste energie per ripartire, perchè questa nostra città ha bisogno di averre una classe politica degna e soprattutto capace di individuare le strategie di sviluppo che possono prometterci di essere competitivi a tutti i livelli e di poter dire “con voce alta ed autorevole in tutte le sedi” quello che Pompei è e cosa noi vogliamo della nostra città.