Il servizio di sosta a pagamento nella città di Pompei finisce nel mirino di un’interrogazione consiliare molto delicata (vedi foto alla fine). La missiva in questione, oltre ad arrivare al cospetto del primo cittadino di Pompei, Ferdinando Uliano e alla sua squadra di governo, arriva anche al Prefetto della Provincia di Napoli e, inoltre, all’ Autorità Nazionale Anticorruzione. Il discorso sulla sosta a pagamento nella città degli scavi, ad opera della società Publiparking, è già finita al centro di un’inchiesta molto delicata. Tutti dubbi, però, ancora da sciogliere e su cui l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Uliano non ha mai chiarito la reale situazione dei fatti. Ragion per cui, i tre consiglieri di opposizione, del gruppo di Alternativa Pompeiana, Angelo Calabrese, Marika Sabini e Raffaele De Gennaro, hanno voluto promuovere l’interrogazione consiliare divulgandola nelle sedi opportune al caso in questione. “Il servizio di riscossione delle entrate comunali derivanti dalla sosta a pagamento di veicoli sulle aree pubbliche, del servizio di riscossione delle entrate comunali, derivanti dall’accesso a pagamento degli autobus nella zona a traffico limitato del servizio di gestione della Ztl estesa e dei servizi connessi e complementari”, questo, in sintesi, l’oggetto dell’interrogazione consiliare. Il servizio svolto dalla società Publiparking sarebbe dovuto terminare lo scorso gennaio 2016, data di scadenza del contratto in questione. Qualcosa, però, cambia le carte in tavola, e la società attraverso un ricorso riesce ad ottenere una proroga (di cui non si capisce la data certa). Da allora, poi, il buio quasi totale cala sulla questione, anche da parte dell’amministrazione e del sindaco Uliano che a quanto pare hanno cercato di tenere oscurata (e quindi per niente “trasparente”) la vicenda legata alla Publiparking. Intendono, quindi, i tre consiglieri di opposizione, sapere la verità, e vogliono riceverla per iscritto entro i 30 giorni stabiliti, proprio dal sindaco Uliano. “I sottoscritti – scrivono i tre consiglieri di Messigno – interrogano il sindaco del comune di Pompei: se non ritenga di compiere ogni necessario accertamento in ordine al comportamento di consiglieri comunali che, nella fase del contrasto con la società appaltatrice hanno assunto iniziative a essa ostili, producendo pressioni sugli apparati per vedere assecondate le loro posizioni; come spiega il repentino mutamento di atteggiamento generale nei confronti dell’appalatatore, poiché si passa da durezze al limite del ragionevole al più prono cedimento, rinunciando a valersi di tutte le opportunità di successo che è dato evincere dalle risultanze processuali, anche peritali; come intenda fronteggiare gli oneri a carico dell’Ente derivanti da un contezioso complesso, che ha visto nominare perito di parte e di ufficio, non essendovi nel richiamato “verbale di accordo” alcun riferimento al profilo della spettanza delle spese”.