«Non voglio lasciare l’eredità a nessuno!». Ammazzò la moglie, ora voleva uccidere il figlio e la nuora

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Era pronto a uccidere uno dei suoi quattro figli e la moglie di quest’ultimo, ossessionato dall’idea di dover lasciare in eredità i beni a chi continuava a «trascurarlo». La ragione principale per la quale nell’aprile dello scorso anno aveva ammazzato a colpi di bastone l’anziana moglie, Ida Fontana.Torna in carcere Umberto Scassillo, il 71enne che poco più di quindici mesi fa massacrò con il manico di un grosso piccone la consorte in una villetta posta nella zona periferica di via Nazionale, distante in linea d’aria poche centinaia di metri dalla Procura di Torre Annunziata. Quella Procura che ora ha chiesto e ottenuto dalla Corte di Appello di Napoli una nuova misura cautelare in carcere per Scassillo, finora posto agli arresti domiciliari in attesa della conclusione dell’iter processuale a suo carico per l’omicidio della moglie.

A condurre le indagini i carabinieri della stazione Capoluogo, agli ordini del capitano Emanuele Corda e del comandante Vincenzo Amitrano: i militari dell’Arma hanno scoperto che l’uomo aveva un progetto ben preciso e dettagliato, con il preciso scopo di eliminare uno dei suoi quattro figli insieme con la moglie. Probabilmente i più duri con l’uomo, che dopo l’uccisione della consorte aveva visto allontanarsi i parenti più stretti. Rimasto solo e tormentato dai pensieri legati al futuro, l’anziano ha iniziato a pianificare il proposito di vendetta: approfittando della condizione privilegiata degli arresti domiciliari, con possibilità di allontanarsi dalla propria dimora per due ore al giorno per effettuare le commissioni quotidiane, il 71enne – secondo quanto ricostruito dai carabinieri – avrebbe preso contatti con piccoli esponenti della criminalità organizzata per acquistare un’arma da fuoco, utile a compiere il duplice delitto.

In particolare, a risultare fondamentale per il lavoro degli inquirenti, sarebbe stata la collaborazione fornita da una donna – sulla cui identità viene però mantenuto il più stretto riserbo – che, dopo avere saputo delle intenzioni del 71enne, avrebbe raccontato tutto alle forze dell’ordine, indirizzando di fatto le indagini verso un positivo risultato e di fatto evitando nuovo spargimento di sangue. Il resto l’ha fatto la capacità investigativa dei militari dell’Arma, che in poco più di un mese, grazie anche all’ausilio di pedinamenti e intercettazioni, hanno potuto stringere il cerchio attorno alle responsabilità di Umberto Scassillo, quando quest’ultimo era ormai pronto per acquistare l’arma con la quale aveva intenzione di ammazzare il figlio e la nuora.

Una ricostruzione avallata dalla Procura, che ha immediatamente richiesto e ottenuto una nuova custodia in carcere per l’anziano, tornato in galera dopo essere stato posto agli arresti domiciliari in attesa del verdetto definitivo sul processo penale che lo vede imputato per l’omicidio della moglie, Ida Fontana, uccisa a 71 anni nell’abitazione di via Nazionale dove il 20 aprile dello scorso anno si consumò l’atroce omicidio, giunto al termine di una violenta lite. Una delle tante – stando a quanto raccontarono i vicini nei giorni successivi alla tragedia – che in quel periodo vedevano contrapposti marito e moglie. Alla base i dissapori legati a presunte “disattenzioni” della donna e dei quattro figli verso l’uomo, che accusava il resto della famiglia di “scarso rispetto” dopo una vita fatta “di lavoro e sacrifici”. Nel corso delle indagini dopo l’omicidio di Ida Fontana erano emersi anche forti contrasti legati all’eredità, con l’uomo che non era d’accordo a lasciare i propri beni ai figli. Una “ossessione”, sono convinti ora gli inquirenti che indagano sul tentato duplice omicidio, alla base anche dei dissapori che avrebbero portato Umberto Scassillo a pianificare l’assassinio di uno dei quattro figli e della nuora

fonte: il Mattino.it