Questa mattina, nei pressi del complesso delle Nuove Terme di Stabia, sotto l’ordine del Comune, una ditta ha provveduto a recintare tutti gli ingressi, compressi quelli secondari e le scale antincendio, del complesso del Solaro per evitare l’incursione di vandali come negli anni passati (ma anche perchè nel giro di un mese il parcheggio antistante le Terme sarà teatro di una fiera). I lavoratori termali, però, come gran parte dei cittadini stabiesi, non hanno accettato questa decisione e sui social sono scoppiate le polemiche.
“Le Terme sono fallite nel completo silenzio, ossia sono state poste in liquidazione prima tramite Assemblea dei Soci (Comune) e poi con un mero atto di giunta, senza alcun dibattito consiliare e con una Commissione Terme, che era solo un contentino per qualcuno. Ora alla luce dei fatti cosa intendete fare per la città delle acque, che ha solo il nome, visto lo sfascio totale del termalismo cittadino? I tanti esponenti movimentisti che, hanno sempre criticato l’operato altrui, perché tacciono?” e ancora rivolgendosi al sindaco, i termali si chiedono: “Murare le Terme del Solaro, non è una soluzione, anzi serve solo a spendere soldi inutili, poiché senza controllo, senza sorveglianza assidua e continua, un muro può essere abbattuto indisturbatamente senza alcun problema. A quando una sorveglianza dell’intero compendio del Solaro? Cosa intende privatizzare la giunta Pannullo, se ha deciso di sbaraccare dal Solaro? Le polveri del Solaro? Forse è in atto, l’ennesimo tentativo di depauperamento di un patrimonio immobiliare che potrebbe fare gola a qualche “amico di..” dato il valore del compendio, che nonostante le condizioni è di diversi milioni di euro? Non vorremmo che tutto di un tratto, il compendio diventi visti gli spazi scoperti scenario di sagre, fiere, feste e quant’altro, il Sindaco cosa pensa in merito? Cuomo disse ”mio nonno le ha costruite io non le chiuderò” di fatto le ha chiuse,anche se lo nega, ma chi oggi le mura, non è certamente immune da responsabilità, poiché di fatto pone una pietra tombale su una struttura chiusa e ridotta in brandelli dalla continua incapacità politica e gestionale”.