Il caffè letterario “Blu”, ad Acciaroli un po’ come sull’isola di Wight

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“La poesia prudente, gli uomini prudenti, durano solo lo spazio necessario per morire tranquilli” (C. Bukowski)

Si sa, anche i borghi che prima a stento conoscevano l’uso di internet e del cemento, quando diventano superfamosi proprio per essere oasi di pace, rustici luoghi che sanno ancora dell’assenza di cemento su cemento e alberghi superlusso, ecco che la pubblicità porta le orde di turisti a fiondarvisi per prenderne possesso con discoteche, bar, pizzerie e ristoranti a catinelle. E addio al gioiellino incontaminato. Menomale che qualcuno non pensa a speculare sulla crapula generale e cerca di instillare il senso di iniziative nuove, perché la vacanza sia anche ricreativa, nel senso originario di “rinvigorire dando nuova vita”. Paola Laudadio tenta di infondere questo spirito nell’atmosfera da bandiera blu di Acciaroli, paesino della costa cilentana, tramite il caffè letterario “Blu” (pagina fb https://m.facebook.com/Blu-1171798089530857/) .

Che cos’è un caffè letterario e cos’ha di diverso da una libreria?    Un caffè letterario è un luogo d’incontro: i libri possono essere sfogliati, letti, lasciati, non per forza comprati. Il libro è come un abito: non si può prendere se almeno non è stato letto l’incipit. L’idea di stare seduti a un tavolino e poter consultare un libro per me è tra le formule vincenti di Feltrinelli: i libri vanno toccati, annusati, sfogliati, assaggiati, proprio come si sceglie una persona; è bello che diventino da oggetti, “soggetti” da vivere. I testi sono scelti tra i miei autori preferiti, tra le mie letture di una vita, assecondando, se combaciano con i miei gusti, le classifiche dei lettori. Il lettore ama farsi consigliare,guidare, vuole chiacchierare e dopo avere letto il testo, lo commentiamo insieme.bluftoto

Perché “Blu”?          Perché per me, se avesse un colore, il mondo sarebbe blu: come i jeans, una volta sinonimo di libertà e anticonformismo; come le tute degli operai, sporche, sudate; blu come il mantello della Madonna del Botticelli che emana pace, serenità, candore e senso materno. E’ con questo colore che ho scelto di aprire e chiudere gli occhi.

Perché ha scelto di investire nella cultura e in particolare nella lettura quando tutti puntano sulla ristorazione?             Io non sono un’alternativa alle pizze, vorrei essere un qualcosa in più: una possibilità per il lettore di ascoltare la presentazione di un libro o musica jazz. E l’ho dimostrato invitando a suonare professionisti della musica, tra cui Marco Zurzolo, Umberto Guarino, Giulio Martino, Pietro Iodice… Creare l’unicità significa che tutti si ricordano di un’idea, coniugata poi nella più personale e originale delle forme, proprio come succede per i libri.

Come si invogliano le persone alla lettura?              Lascio i lettori liberi di scegliere, se un libro l’ho letto, mi sento di consigliarlo e trasmetto tutto il mio entusiasmo. Devo dire che i bambini hanno compreso per primi lo spirito del caffè letterario e partecipano con grande entusiasmo al reading pomeridiano, una serie di incontri fino alla fine dell’estate proprio indirizzati ai bambini, in cui si gioca con i testi, si commentano, si disegna, si scrive, si ascolta, insegno loro i rudimenti della narrativa, con alcuni siamo anche arrivati a traguardi più importanti, come la descrizione del personaggio.

– Gli appuntamenti che “Blu” promuove sono variegati…   Sì, recentemente abbiamo ospitato Maurizio de Giovanni per il suo “Serenata senza nome. Notturno per il commissario Ricciardi”: c’erano circa 200 persone ad ascoltarlo. Il 19 agosto avremo Diego De Silva che, affiancato dai musicisti Aldo Vigorito e Stefano Giuliano, farà il reading di “Terapia di coppia per amanti“. E poi il 27 verrà Eduardo Savarese, l’autore de “Le inutili vergogne” e “Lettera di un omosessuale alla chiesa cattolica”, che affronterà il tema del cambiamento partendo dalla sirenetta di Anderson.