Pompei, fuga dei giovani: circa 300 negli ultimi 15 anni hanno abbandonato la città

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Man with a boarding pass

La fuga dei giovani dalla città degli scavi è diventata cosa più evidente col passare degli anni, e dimostra quanto sia difficile per quest’ultimi cercare di restare nella città che, a quanto pare per loro, diventa sempre più stretta col passare del tempo. Lo raccontano i dati Istat, che hanno mostrato un flusso migratorio verso altre città italiane ed anche altri paesi Europei di circa 300 giovani, negli ultimi 15 anni, che (sommati di anno in anno) hanno scelto di allontanare le proprie origini radicate nella città degli scavi, ed andare in cerca di fortuna e lavoro altrove. Il dato più allarmante si ha avuto proprio dal 2014 al 2016, che ha calcolato circa 140 giovani che hanno scelto di creare il proprio futuro lontano dalla città pompeiana. La fascia d’età che più interessa la fuga dei giovani si aggira intorno ai 20 anni di età fino ai 30. I dati di questo 2016 raccontano il calo evidente: circa 2944 giovani (per quanto riguarda la fascia d’età suddetta), che, confrontati con quelli dello scorso 2014 (circa 3081 giovani) rendono ancora più chiara la situazione diventata alquanto allarmante. Un calo che, soltanto per questi ultimi due anni, è risultato essere di oltre il 5%.  Chi per studi universitari, chi per necessità lavorative, chi per cambiare vita, chi per intraprendere la vita di militare. Insomma, tutta una serie di esigenze che hanno obbligato (e che obbligano tutt’oggi) molti giovani pompeiani a cambiare città per cause forza maggiore. Stando ai commenti cittadini ed ai numeri, inoltre, sembra che molti dei giovani pompeiani si dichiarino sfiduciati e sarebbero disposti ad intraprendere un progetto di vita all’estero a qualsiasi costo, anche lasciando i propri cari, soprattutto se gli viene garantito un lavoro con un buono stipendio. La sfiducia aumenta, poi, quando il titolo di studio posseduto è più elevato. Spesso i pompeiani, ma gli italiani in generale, che hanno scelto di migrare sono riusciti a migliorare la propria condizione: hanno un lavoro stabile, che magari gli possa garantire, nei progetti futuri, di creare una famiglia lontano da Pompei. Situazione che, inoltre, ha indotto gli stessi giovani in fuga, a non volerne sapere più di tornare a casa. Una diffusione di idee e soldi a vantaggio di realtà più competitive e più disponibili con i giovani stessi. Cervelli o braccia che siano, la fuga da Pompei c’è, e comincia ad essere sempre più evidente. Una fuga dovuta alla mancanza di possibilità ed alle sempre più poche speranze per i giovani che cercano di tirarsi fuori, in qualche modo, dal vortice del precariato. Gli stessi giovani che quando gli si offre qualcosa di più speranzoso, gli fa venire voglia subito di scappare.