A sentir solo nominare uno dei più grandi attori di sempre quale è stato ed è tutt’ora Robert De Niro non si può fare a meno di ricordare tutti i personaggi che è stato capace di portare sul grande schermo. Partendo da un folle Travis Bickle di “Taxi Driver”,passando per un indimenticabile giovane ed ambizioso Vito Corleone nel secondo capitolo della saga del “Padrino”, e ricordando David “Noodles” Aaronson di “C’era una volta in America”, ci si potrebbe sorprendere a vederlo nei panni di Ben, protagonista di questa furba commedia. Ben è un settantenne, vedovo, che sente di avere ancora tanto da dare. E l’occasione per dimostrarlo si presenta sotto forma di annuncio di una startup, decisa a promuovere un programma di stagisti senior. A Ben spetterà il compito più arduo: essere l’assistente della fondatrice, Jules, molto più giovane di lui, e con un amore sconfinato per quello che fa. Il ruolo di Ben cambia lentamente ma costantemente all’interno dell’azienda. Inizialmente sarà difficile per Jules vederlo come qualcosa di diverso da un peso burocratico, e nessuno dei suoi colleghi sembra aspettarsi qualcosa di particolare da lui. Tutto cambia quando, sia in ambito professionale che in ambito puramente umano, Ben riesce a farsi valere, a farsi apprezzare dai colleghi e dal capo Jules, che non potrà fare a meno di lui quando dovrà prendere decisioni molto importanti per se stessa, la sua famiglia e l’azienda per cui ha sacrificato tantissimo.
De Niro e Anne Hathaway regalano una commedia molto leggere ma non così banale come ci si potrebbe aspettare o come si vorrebbe pensare. Il primo indossa i panni di una vecchia guardia quasi ideale, incapace di essere semplicemente giudice giuria e boia di una generazione totalmente diversa dalla propria, voglioso di mettere a disposizione la propria storia e la propria esperienza, senza essere minimamente invasivo, nel tentativo di aiutare tutti i colleghi più giovani che dal primo momento lo guarderanno con una certa condiscendenza e che alla fine non potranno fare a meno di vederlo come uno zio. La seconda, invece, porta sullo schermo un personaggio ambizioso, ma allo stesso tempo fragile ed umano, pronta a trovare in Ben la giusta guida.
Non è un caso se è un personaggio femminile, questa volta, a rappresentare il giovane pronto a carpire quanti più insegnamenti possibili dall’anziano ed esperto maestro. Proprio in questa scelta risiede la furbizia che rende il film, seppur lungo due ore, leggero ed intelligente. Il centro del film sta infatti in un settantenne che deve guidare una ragazza verso il conseguimento dei propri obiettivi nonostante quello che viene chiesto ad una donna da una società sessista e profondamente maschilista. Con classe, pacatezza, delicatezza ed allo stesso tempo con decisione, sarà proprio il “giovane” Ben a fare da supporto a Jules, costretta ad andare controcorrente, e a mettere in cima alle proprie priorità i suoi sogni ed i suoi desideri.