Arriva l’estate e anche i popoli vesuviani si preparano ad emigrare. Vacanze per tutti? Esploriamo alcuni personaggi che non si fanno prendere dai grilli della tintarella.
Il piazzista. Eccolo lì, il signor mister X che dalle 0:00 del mattino alle 0:00 di notte apre e chiude la piazza dal lunedì alla domenica, sotto il sole o la grandine, inclusi i giorni in cui anche i mercati se la prendono di riposo. Lui è sempre lì, il suo è il suo duro lavoro da spettatore attento della frenetica vita di paese: parlare con tutti quelli che salgono e scendono, nessuno va mai via senza una sua parola o, se il labiale è occupato, un suo sguardo. La sua capacità di conversazione si è ben allenata sui quiz di cultura generale dei più difficili test di medicina: vanta infatti la conoscenza della vita della giornalaia, sa l’ultima multa del vigile a un’audi nuova, a che ora il sindaco esce col cane e, cosa più importante, il calcolo statistico con l’infallibile metodo “a occhio e croce” dei pronostici dell’enalotto (l’8 non esce da un mese). Altro che fare l’operaio o il medico o il giornalaio, per lui il suo lavoro è una missione sociale:-“Rimango per rispetto di quelli che non si possono permettere la vacanza.”
Il lettore di giornali al circolo. Altro nostro audace eroe del lavoro in tempi freddi e caldi, è mister Y, che ogni giorno troviamo a informarsi degli affari del mondo, puntuale al tavolo del circolo che sforna i giornali come i cornetti. Tipo molto più specializzato del piazzista, la sua peculiarità sta nel rivaleggiare con Massimo Franco del Corriere e Ezio Mauro di Repubblica nel commentare e costruire retroscena, con un dono dell’ubiquità duramente coltivato negli anni tramite veglie, teletrasporti e telepatie a ogni ora, nell’idonea posizione di braccia conserte e gambe incrociate sulla sedia del circolo: lui sa se Berlusconi vincerà il processo Ruby, se la democrazia andrà a naufragare, perché la destra non esiste più, se Renzi morirà in un attentato, quasi sempre sostiene che ‘è giovane e almeno fa qualcosa’. Qualche volta la Federico II gli conferisce la laurea honoris causa quando si trova a darla anche a Jovanotti e Sorrentino. Per la responsabilità di opinion maker che sente sulle spalle, mister Y non molla e a chi gli dice di prendersi una pausa, risponde ferrigno:-“ Il mondo non va mai in vacanza. E neanch’io.”
Il giocatore di carte al circolo. Temerario propugnatore dell’esperienza del gioco in un mondo in cui non si ride più e si pensa solo alla borsa e ai femminicidi, mister Z, il giocatore di carte, è disposto ogni giorno ad investire il proprio patrimonio per l’alta causa. Il burraco, più che il suo lavoro, è uno stile di vita e, come Gandhi, lo pratica in ogni situazione della giornata: al computer, alle serate con gli amici lo sostituisce alla televisione, al circolo. In genere il lettore di giornali di cui sopra, lo guarda sempre con una certa puzza sotto il naso, ma il problema è che gli intellettuali non capiscono quanto il burraco sia un gioco- scusate, un lavoro- che eleva l’animo a uno stadio superiore di nome Pinella, i buddisti lo chiamano Nirvana: il momento in cui raggiungi la pace dei sensi, in cui sai che nel mondo tutto va bene se tu sei così, se fai burraco pulito insomma. E’ lui a dirci:-“ Ci sono certe cose da cui non puoi andare in vacanza, come la ricerca della pace interiore.”