Carlo Campanile al Pio monte della Misericordia: “Una chitarra in concerto”

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Il 20 giugno alle 18,30 il Pio Monte della Misericordia, in Via Tribunali a Napoli, apre al pubblico le porte della Cappella in cui risiede l’opera del Caravaggio più napoletana, “Le sette opere di misericordia”, per una serata di beneficenza destinata alle attività filantropiche del Pio Monte e delle famiglie del palazzo di Real Monte Manso di Scala. L’evento è il concerto di chitarra classica di Carlo Campanile, strumentista promettente dall’area flegrea. Il programma si presenta giusto per tutti i gusti: dalla temperie antica delle musiche di John Dowland e Mauro Giuliani alle atmosfere cangianti di “Libra Sonatine” di Rolnad Dyens.

Campanile è prossimo al diploma al Conservatorio Cimarosa di Avellino, e tra i più importanti riconoscimenti annovera i complimenti alle masterclass di maestri come Aniello Desiderio e Angelo Gilardino e la recente vittoria del concorso nazionale Rospigliosi (categoria under 21) a Pistoia (cfr. il curriculum completo nella locandina con il programma, cliccando sotto). :-“La chitarra, essendo uno strumento a corde pizzicate, consente di instaurare un rapporto diretto fra l’idea interpretativa di base e la sua effettiva produzione.”- dice Carlo – “Malgrado sia in volume inferiore a strumenti come pianoforte e violino, l’occasione unica è poter modellare i timbri a seconda dell’esigenza dell’animo perché è il tocco a fare il suono.”

La chitarra, uno strumento tradizionalmente conviviale, famosa nei falò: la gente ne ha una concezione incompleta. “La chitarra, da uno status essenzialmente popolare, ha cominciato ad imporsi come strumento da concerto a partire dall’opera riformatrice di Segovia per poi sviluppare il proprio linguaggio contemporaneo con autori come Brouwer, Dodgson e Bogdanovic. Per questo motivo, mentre uno strumento come il pianoforte ha avuto modo di imporsi nei secoli nelle sale da concerto, la chitarra classica come ora la vediamo ha un trascorso concertistico locandina concertorelativamente giovane, nonostante la sua storia affondi le proprie origini nei primordi della società occidentale“- spiega, poi, Campanile.

L’ascolto della chitarra, quindi, come “educazione all’ascolto”. “L’ascolto
della musica classica di per sé sviluppa nuove forme di sensibilità, al di là dello
strumento. Nel mio caso, la chitarra ha ampliato il senso dell’orchestralità legato al fare musica, ovvero la capacità di associare ad ogni frase musicale prodotta con la chitarra, uno strumento dell’orchestra ideale in grado di riprodurlo: le corde, quindi, da mezzi di produzione, divengono anche mezzi di riproduzione e la mente del musicista il loro “golfo mistico” (la buca dell’orchestra).”

Quindi è tutta una questione di genere musicale? Conclude il chitarrista:-“Le teorie musicologiche ideate dal filosofo T.W.Adorno all’inizio del ‘900 forniscono uno strumento ulteriore per comprendere il perchè della interminabile disputa di generi e stili musicali, con riferimento al grado di attenzione necessitata nell’ascolto. Si era usi fino a poco tempo fa, attribuire ai generi musicali dei determinati scopi: alla musica classica ad esempio era legata la funzione pedagogica e forse aristocraticistica, alla musica jazz ed al rock la funzione ludica e ricreativa. Questi preconcetti, che hanno poi portato a giudizi esasperati in cui la prima è stata inquadrata come rigida e dogmatica ed i secondi due come “regni” della fantasia e della creatività, derivano da analisi frettolose, spesso dettate da mancanza degli stessi mezzi analitici. No, il genere non conta affatto; conta la maniera con cui si porta avanti il genere: anche nella classica ci sono esempi di scempi anti-musicali diseducativi, l’unico mezzo per inquadrarli, come dovrebbe essere per tutti i generi, è lo studio associato alla sensibilità”.