È stata rappresentata qualche giorno fa nella scuola media “Giovanni Falcone” di Poggiomarino, l’opera della professoressa Linda Solino, che ripercorre in maniera romanzata, ma perfettamente aderente alle risultanze letterarie,archeologiche e scientifiche, la storia della mitica popolazione Sarrastra citata nell’Eneide e negli scritti dei principali storiografi del’antichità.
La rappresentazione ha visto coinvolte le scuole medie e superiori di Striano, S.Valentino Torio, S. Marzano, Poggiomarino, Scafati, Pompei, ciò a voler sottolineare la volontà degli abitanti della Valle del Sarno a riconoscersi, a prescindere dal paese di appartenenza, figli di quello che in passato veniva chiamato “il Dio Sarno”. L’opera, lo diciamo subito, era complessa perchè ripercorreva la storia dei Sarrasti a partire dal loro insediamento nella Valle fino all’epilogo pompeiano, che tutti conosciamo, e oltre, fino ad oggi,fino cioè a riferire le battaglie di Terramare e di quanti hanno amato il sito di Longola, volontari, docenti, dirigenti, giornalisti.
Il lavoro dei ragazzi, supportati in modo encomiabile dai loro professori, è stato oltremodo impegnativo sotto tutti i profili: quello della comprensione del testo e soprattutto quello recitativo. In questo sono stati diretti dalla regista Giovanna Fiore, anche lei figlia di questa Valle, affiancata da uno staff composto da Giovanni Conza, Arturo Franzese, Luigi Giordano, Michele D’Avino e dai giovani volontari.
A esperienza conclusa si impone la necessità per la nostra Valle di prendere coscienza delle proprie ricchezze e bellezze che sono un punto di forza, tutelarle e raccontarle a tutti. Bisogna riscoprire nuove narrazioni delle identità che servano ad innescare vere esperienze di cura per questo bellissimo territorio. È fondamentale poi che gli studenti abbiano preso coscienza di non doversi identificare con la “terra dei fuochi”, né la terra del fiume più inquinato d’Europa, ma con le Terre del Sarno, crocevia di scambi culturali e sociali fin dall’antichità. E i Beni Culturali sono il collante giusto per tenere insieme le tante comunità di cittadini che raccolgono l’eredità di un ricco passato. Ma non bastano i siti archeologici, i musei, i parchi se non vengono vissuti come propri da tutte le comunità della Valle. E il Gruppo Archeologico “Terramare” cerca faticosamente di ricostruire l’unità culturale perduta, insieme a tutti coloro che condividono questo scopo.