“I Vini di Indovino” Il sommelier recensisce l’Aglianico che matura in barriques

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Aglianico del Taburno DOCG, Bue Apis, Cantina del Taburno, 2004

La Cantina del Taburno, situata alle pendici del monte del Taburno, è di proprietà del Consorzio Agrario di Benevento. Quest’ultimo, fondato nel 1901, ha svolto nell’arco di un secolo un ruolo fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura sannita. La Cantina, situata nel comune di Foglianise, è stata realizzata nel 1972 e vinifica le uve di 300 viticoltori provenienti da circa 600 ettari distribuiti nei territori dei comuni ubicati alle pendici della montagna: Foglianise, Torrecuso, Vitulano, Campoli del Monte Taburno, Castelpoto, Apollosa, Bonea, Montesarchio, Ponte, Tocco Caudio, Paupisi e Benevento.
L’ecosistema viticolo di tale territorio è molto singolare  per la natura e l’esposizione di questi terreni collinari, argillosi e calcareo-marnosi. L’assistenza tecnica rigorosa alle aziende viticole da parte di un gruppo di agrotecnici costituisce l’essenza odierna della Cantina del Taburno il cui scopo è valorizzare al massimo il lavoro e l’esperienza dei singoli coltivatori e potenziare l’attività di ricerca, con l’intento di ottenere la massima espressione qualitativa degli storici vitigni della zona. I vini che vengono prodotti in azienda sono il risultato di un minuzioso e rigoroso lavoro di ricerca viticola ed enologica di Filippo Colandrea e Luigi Moio. Quest’oggi ho avuto la possibilità di degustare il Bue Apis 2004. È un vino prodotto dalla vinificazione di Aglianico Amaro in purezza proveniente da una vigna centenaria lungo la Dormiente del Sannio, allevata a raggiera libera, ubicata in contrada Pantanellaa 350 metri s.l.m. Le uve, raccolte manualmente nella prima decade di novembre, vengono vinificate ed elevate per 24 mesi in barriques di castagno e rovere, nelle quali fermentano a contatto con le bucce per 40 giorni. Successivamente il vino viene fatto affinare per almeno un anno in bottiglia prima della commercializzazione. Nel calice il vino si presenta con una veste granata impenetrabile, di grande consistenza e vivacità di colore.  Il naso è di grande impatto e stratificato. Si riconoscono sentori di frutta in primis, la marasca sotto spirito e la confettura di more, poi seguono note che ricordano il cuoio, il tabacco, il caffè, il pepe, l’humus, ed infine note balsamiche e di incenso.
In bocca ha una buona morbidezza cui fanno da contr’altare una grande freschezza, una piacevole sapidità ed un tannino dalle spalle grosse ma perfettamente integrato, lì al suo posto a sorreggere la struttura di questo grande vino. Notevole è la persistenza gusto-olfattiva, con richiami balsamici e fruttati, che completa il profilo di un vino assolutamente armonico, maturo e di grande equilibrio, da poter gelosamente conservare ancora in cantina per gli anni a venire.

Mugliatielli al ragù che il sommelier abbina all'Aglianico
Mugliatielli al ragù che il sommelier abbina all’Aglianico

Personalmente ho avuto modo di apprezzare in pieno il Bue Apis in un ampio calice ad una temperatura di 18/20°C, stappato circa 3 ore prima di degustarlo.
e consiglierei l’abbinamento con un piatto di grande personalità come i Mugliatielli al Ragù.       Rubrica a cura di: Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina