Costa d’Amalfi DOP, Furore Bianco, Marisa Cuomo, 2015
Ci troviamo nella splendida ed affascinante cornice della Costiera Amalfitana, esattamente nel fiordo di Furore, un’enclave nell’enclave (mi si perdoni il gioco di parole) della Campania vitivinicola, unica non solo per l’impatto estetico, ma soprattutto per la morfologia del suolo.
Qui la coltivazione della vite ha radici antichissime, riconducibili sicuramente alla Roma Imperiale, ed era praticata e riconosciuta come fonte di ricchezza anche nel medioevo: tant’è vero che gli invasori longobardi, per avere la meglio sulle popolazioni locali ed indurli a fuggire via mare, distrussero tutti i loro vigneti.
Qui, lungo i declivi di rocce dolomitico-calcaree (di origine Mesozoica) con forti contaminazioni vulcaniche, sono aggrappate, nel senso stretto del termine stesso, le storie di uomini e di viti che dimorano nei terrazzamenti strappati alla roccia, sospesi tra cielo e mare: storie di viticoltori che hanno saputo tirar fuori elementi di forza dai punti deboli di un territorio! Qui, in un contesto privo di influenze o contaminazioni internazionaliste, in cui si è scampati all’attacco della fillossera, vengono allevate in maniera eroica varietà rigorosamente autoctone.
Sono queste le circostanze in cui le Cantine Marisa Cuomo sono state fondate nel 1980 e dedicate da Andrea Ferraioli alla moglie Marisa Cuomo come regalo di nozze.
Sono sì imprenditori, ma al contempo motori della loro azienda, di cui curano e seguono nei minimi dettagli tutte le singole fasi della lavorazione, cercando di unire innovazione e tradizione. In realtà la famiglia di Andrea, i Ferraioli, sono stati da sempre produttori di vino. Lo testimoniano un torchio risalente al XVI secolo ritrovato in un casolare di loro proprietà, ed il marchio Gran Furor Divina Costiera ideato nel 1942 da un suo zio con l’intento di favorire la vendita dei vini della Costa di Furore. Tale marchio è stato rilevato successivamente da Andrea con l’intento di dar vita ad una produzione di vini di qualità indiscussa e, lo si ritrova tutt’oggi sulle etichette dei vini Marisa Cuomo.
Insieme alla moglie Marisa, alla collaborazione dell’enologo Luigi Moio, dell’agronomo Antonio Gaetano Carrano ed al supporto negli ultimi anni dei figli Raffaele e Dorotea, Andrea è riuscito a creare un brand simbolo dell’enologia italiana molto conosciuto anche a livello internazionale: un brand associato a vini appassionati che sanno di roccia e di mare, un capolavoro di equilibri (cit. Luigi Veronelli).
Non è stato semplice, in quanto oggi fare impresa è difficile, e farlo al Sud lo è ancora di più.
Attualmente l’Azienda vinifica le uve di circa 30ha di vigne (in parte di proprietà, in parte in affitto) dislocate nei comuni di Cetara, Conca dei Marini, Furore, Praiano, Ravello, Scala e Vietri sul Mare, per una produzione che si attesta intorno alle 115.000 bottiglie.
Ho avuto la fortuna di degustare la nuova annata del Furore Bianco.
È un vino ottenuto dalla vinificazione in acciaio di uve Falanghina e Biancolella (nelle rispettive percentuali del 60 e 40%) allevate a pergola e spalliera sui terrazzamenti dolomitici-calcarei di Furore, con una densità d’impianto di 5000/7000 ceppi/ha e rese intorno agli 80 q/ha. Di seguito vi riporto le mie personali impressioni.
Il vino si presenta con una veste dalla vivida tonalità paglierina e dai riflessi verdolini.
Al naso sprigiona intensi profumi di mango e lime, seguiti da note di biancospino, di macchia mediterranea, iodate, gessose e di mandorla amara.
Il sorso è d’impatto e discretamente morbido, sorretto da una grande freschezza e salinità ed una lunga e piacevole chiusura di bocca che richiama con coerenza le note fruttate ed erbacee.
Ho avuto modo di degustare il Furore in un calice di media grandezza ed apertura ad una temperatura compresa tra i 10 ed i 12°C.
Personalmente consiglierei l’abbinamento di questo vino “cult” della Costiera (e non solo) ad un piatto altrettanto emblematico e rappresentatore della stagione estiva: gli Spaghetti alla Nerano.
Rubrica a cura di: Antonio Indovino, Sommelier dello Yacht Club di Marina di Stabia, Responsabile del GDS AIS Penisola Sorrentina