Dall’Associazione delle vittime delle frane del 5 maggio 1998 riceviamo e pubblichiamo
A quattro mesi dalla promulgazione nella Legge di Stabilità (art. 1 commi 458-463 L.208/2015) della norma tesa a stabilire ex lege gli indennizzi dovuti ai familiari delle vittime delle frane del 5 maggio 1998 a Sarno, norma che si pone in contrasto con quanto sancito da ben due sentenze della Corte di Cassazione, siamo serenamente in attesa degli sviluppi degli eventi.
Siamo sereni perché consapevoli di essere dalla parte della ragione. Il provvedimento, grazie alle nostre immediate denunce, è stato generalmente ritenuto subito bisognoso di profonde modifiche. E proprio alla luce delle sollecitazioni ricevute, abbiamo ritenuto corretto accogliere l’invito di percorrere la strada del dialogo con le istituzioni. Per questo abbiamo contribuito ad approntare, con la positiva ed importante azione di alcuni rappresentati delle Istituzioni che hanno seguito e continuano a seguire con noi la vicenda, una norma correttiva ed integrativa, consapevoli che i cittadini colpiti non meritassero ulteriori ritardi dopo quel provvedimento ingiusto. Il testo approntato è stato concordato, integrandolo, con l’amministrazione comunale, con parlamentari, con politici, con tecnici, con le istituzioni governative e con la Protezione Civile ed è stato condiviso all’unanimità dal Consiglio Comunale di Sarno.
Sul fronte dei processi civili in corso, finalizzati alla mera quantificazione del risarcimento spettante per ciascun familiare delle vittime di quella terribile tragedia, e per i quali l’attuale norma prevede l’immediata estinzione, abbiamo aderito alla richiesta di rinvio del Comune di Sarno.
Siamo serenamente in attesa e auspichiamo che venga imboccata la strada giusta della correzione tempestiva della norma. Correzione che, a detta dei nostri interlocutori istituzionali, sarà inserita nel primo provvedimento coerente per materia, che dovrebbe essere il Decreto Enti Locali, previsto come da prassi negli ultimi anni, per i primi di giugno.
Siamo sereni anche perché, nell’ipotesi che il nuovo provvedimento non venga alla luce, riprenderemo il percorso della giustizia con la certezza del riconoscimento delle nostre ragioni, come è avvenuto sempre finora. Se si dovesse imboccare la strada sbagliata non modificando, come invece tutti ci auguriamo, la norma con tempestività, sicuramente le ulteriori somme che stanno maturando con il mero decorso del tempo graveranno inutilmente sulle casse comunali e dell’Erario e, in definitiva, sul contribuente.