Succeduto a Salvatore Vozza, l’ex consigliere regionale Tonino Scala, è da poco il nuovo coordinatore regionale di Sinistra Ecologia e Libertà della Campania. Politico, blogger, editorialista, giornalista pubblicista e scrittore, nel ruolo di consigliere regionale è stato presidente della commissione Anticamorra. A pochi mesi dal suo nuovo incarico, a lui rivolgiamo alcune domande per capire chi è l’uomo che sta guidando in Campania il partito di sinistra fondato nel 2009 ed il cui presidente nazionale è Nichi Vendola.
Cosa prova ad essere il nuovo segretario regionale di Sel?
Sento una grande responsabilità in un momento complesso come quello che sta vivendo il paese e la sinistra. Sel è un partito che ha deciso di sciogliersi per costruire la sinistra, per costruire Sinistra Italiana. Ma per costruire la Sinistra dobbiamo prima ricostruire Sel. Dobbiamo ritrovare lo slancio, riflettere sul «carattere problematico» della nostra identità possibile, meditare su quanto di buono, ma anche di errato sinora è stato fatto. Il radicamento ed il consenso sono la leva necessaria a far nascere un soggetto politico più ampio rispetto ad un’algebrica sommatoria che sarebbe visibilmente fallimentare. Per fare questo bisogna rimescolare le carte, bisogna mischiarsi anche umanamente la nostra deve essere una sinistra umana, bisogna ritornare ad annusare il popolo. Anche la sinistra in questi anni si è accomodata presa dalle sue mille lotte intestine, oggi ognuno di noi si deve impegnare a capire le ragioni dell’altro, che non vanno solo rispettate ma anche usate come risorsa critica per se stessi altrimenti si andrà da nessuna parte. Oggi più che mai riteniamo che esista un’esigenza: ricostruire la sinistra in Italia. La realtà ci sta impedendo di sognare, ambire, aspirare. Una vita grama sta riducendo gli adulti a rassegnati e i giovani ad apatici. Bisogna riconquistare un orizzonte più ampio, per il bene comune, innanzitutto spirituale. Una persona ricca dentro affronta le avversità con coraggio
La questione morale, la questione dell’etica della e nella politica, la trasparenza nel governo della cosa pubblica, la lotta ai poteri forti, sono da sempre i temi al centro della sua azione politica. Come pensa di realizzare tutto ciò ora che rappresenta uno dei massimi esponenti al livello regionale di Sel?
Semplicemente mettendo al centro la cosa pubblica e lasciando nel dimenticatoio la bottega che ognuno ha. Oggi più che mai vi è la necessità di dare l’esempio, di mettersi in discussione e di mettere al centro il Noi. La crisi che sta attraversando il nostro paese e la politica in generale e la forte voglia di un cambiamento, netto, induce tutti nessuno escluso a mettere da parte vecchie logiche e innestare su solide basi la nuova fase. È un bisogno che si avverte fortemente nella nostra comunità, oltre che nella nostra società. Non una sola delle tante parole programmatiche della Sinistra (uguaglianza, giustizia, libertà, ambiente, pace, diritti, solidarietà, solo per citarne alcune) deve essere messa in discussione o smentita, nè occorre costruire un nuovo programma; bensì dotare il nostro soggetto unitario di strumenti nuovi in grado non solo di interpretare la realtà del Paese con i suoi repentini mutamenti, ma che si ponga l’obiettivo di aggregare un consenso più ampio. Si tratta di introdurre nella prassi quotidiana un sano empirismo critico, che possa consentire verifiche e validazioni del programma e definirne, via via, gli opportuni aggiustamenti. Mettendo al centro sempre la questione morale che significa per dirla alla Berlinguer non pensare che la politica debba occupare spazi di vita pubblica ma contribuire alla cosa che è altra cosa.
Come giudica l’operato del governatore Vincenzo De Luca per la Campania a poco meno di un anno dalla sua elezione?
I primi provvedimenti del neo governatore hanno avuto un solo intento: rafforzare il suo sistema di potere. Per il momento non ha ancora iniziato a governare. Non si sono visti passi in avanti rispetto al governo Caldoro anzi: Lui peggio di Lui. In dodici mesi di non governo, Vincenzo De Luca ha dimostrato pienamente la sua indole, lasciandosi andare a continui proclami cui non sono mai seguiti fatti. Altro che epocale cambiamento, la nuova amministrazione sembra muoversi in tutto e per tutto sul solco della precedente e l’abnorme numero di dipendenti della Regione arruolato dal nuovo Presidente ne è solo l’ultimo esempio. I primi mesi di governo sono stati un continuo sfidare le norme e le istituzioni
In vista delle amministrative in molti comuni campani, Sel sta intensificando sul territorio i suoi sforzi per la costruzione di un nuovo soggetto di sinistra in contrapposizione al Pd. Dal suo punto di vista ci sta riuscendo e in che modo?
Non in contrapposizione, la politica la si fa “per” non “contro”. Ovvio in questo momento con questo Pd non ci si può prendere nemmeno il caffè questo è fuori dubbio. Sel, Sinistra Italiana lo sta facendo provando nelle varie città a mettere in campo progetti alternativi, provando a dialogare con le forze di sinistra ma anche con i movimenti, i comitati, le associazione la vera passione civile di questo paese.
A poco più di un mese dalle elezioni al Comune di Napoli e quindi dalla nomina del nuovo Presidente della città metropolitana, quale potrà essere il contributo che Sel sarà in grado di dare alla città?
Un contributo da sinistra, provando in questo secondo mandato a dare respiro alle periferie e lavorando sulla quotidianità. Napoli deve diventare una città normale. Proveremo a dare il nostro contributo con le nostre competenze e la nostra passione.
Lei vive in un territorio difficile come Castellammare di Stabia, spesso sui media per fatti di cronaca nera. Tutti conoscono ormai gli sforzi e il coraggio di Tonino Scala nel contrastare la camorra ed i suoi uomini che lei definisce dei “quaquaraquà”, i suoi libri hanno conquistato diversi premi e rappresentano forse la testimonianza più concreta della forza di un uomo qualunque di non perdere mai la speranza, nonostante le difficoltà ad andare avanti in un territorio demoralizzato come il nostro. Quali saranno le sue prossime iniziative per arginare il fenomeno della malavita organizzata ed avviare quella rivoluzione culturale da lei auspicata in molti dei suoi interventi pubblici?
Non sono i singoli interventi le singole iniziative a contrastare la camorra ma la quotidianità. La lotta alle mafie si fa recidendo con convinzione i legami che tengono uniti gli interessi criminali ai silenzi e alle complicità del mondo politico-istituzionale, dell’imprenditoria, delle professioni. Colpire questa zona grigia, nella quale il confine tra la legalità e l’illegalità diviene sempre più labile, diventa allora condizione necessaria per avviare una nuova primavera, nel nome di quanti, fino ad oggi, hanno sacrificato la loro vita per costruire verità e giustizia. Ne va del futuro di questa terra e della speranza dei giovani.
L’auspicio è che davvero questo momento segni l’inizio di un nuovo percorso di impegno e responsabilità. Gli scioglimenti hanno un senso se riescono a far aprire gli occhi, ad estirpare il cancro della cultura dell’omertà, della delega, dell’indifferenza, se non servono a scuotere le coscienze di una comunità chiamata a ritrovare sé stessa e la propria dignità. Queste tristi vicende devono servire a costruire cittadini, a costruire una classe politica all’altezza del compito.
Sappiamo del suo profondo legame con la Circumvesuviana, che inglobata nell’Ente Autonomo Volturno insieme ad altre aziende di trasporto pubblico, sta vivendo una crisi finanziaria a causa dell’ammontare dei suoi debiti, che indirettamente determinano il verificarsi di continui disservizi a scapito dell’utenza. Rispetto ai problemi della mobilità in generale e alle insufficienti risorse messe in campo dalla Regione per garantire un servizio di trasporto degno della Campania, cosa potrebbe fare l’attuale giunta regionale per risollevare le sorti dell’EAV e recuperare la credibilità necessaria per una nuova politica di trasporto pubblico che ridia finalmente dignità al territorio?
Ripeto iniziando a governare, in questo momento De Luca è intento a fare nomine. Nella totale assenza di interventi incisivi per i cittadini e lo sviluppo della Regione, a cominciare da un trasporto pubblico indecente per servizi e conti economici delle aziende pubbliche, la nomina di fedelissimi salernitani in ogni posizione di rilievo dell’istituzione regionale sembra essere l’unico risultato realmente perseguito con convinzione dal presidente de Luca. Sia chiaro, il problema non è certo campanilistico, né queste considerazioni vogliono rappresentare in alcun modo un giudizio verso Salerno e i suoi cittadini. Il problema è che De Luca continua a governare una regione di oltre sei milioni di abitanti come la dependance di un comune che ha poco più di centomila cittadini. Questo è inaccettabile, mostra una visione limitata e incompatibile con le sfide per lo sviluppo che la Campania è chiamata ad affrontare. Senza considerare che il Presidente De Luca, con le sue scelte, sta ancora una volta mostrando una considerazione davvero scarsa per Napoli, una metropoli che pur fra tanti problemi e contraddizioni rappresenta comunque l’insostituibile punto di riferimento della nostra Regione.
A distanza di qualche giorno dall’esito del referendum e dalla campagna astensionistica portata avanti dal Governo e dal presidente del Consiglio, che messaggio vuole inviare a coloro che si sono comunque recati ai seggi per esprimere il loro voto in una calda domenica primaverile, preferendo partecipare ad una consultazione referendaria su un tema molto delicato come quello dello sfruttamento del sottosuolo marino piuttosto che recarsi al mare?
Noi abbiamo sostenuto da un lato le ragioni del Si dall’altro il diritto dovere di andare a votare. Siamo stati tra i sostenitori di questa nobile battaglia che andava oltre il referendum. Assurdo che sia Napolitano che Renzi abbiano detto di non esercitare il diritto di voto, i massimi esponenti dello Stato dovrebbero essere ligi ai dettami legislativi e soprattutto costituzionali, ma oramai non si rispettano nemmeno i fondamentali. Le trivelle mettono a rischio la vera ricchezza del Paese: il turismo, che contribuisce ogni anno a circa il 10% del Pil nazionale, dà lavoro a quasi 3 milioni di persone, per un fatturato di 160 miliardi di euro; la pesca, che produce il 2,5% del Pil e dà lavoro a quasi 350.000 persone; il patrimonio culturale, che vale il 5,4% del Pil e dà lavoro a 1 milione e 400.000 persone.
Quali saranno i prossimi appuntamenti politici a cui Sel parteciperà?
I referendum, la raccolta firma sia per l’Italicum che per il Jobs act delle firme sia quello costituzionale di ottobre. Quest’ultimo è la madre di tutte le battaglie. Il 25 aprile parte ufficialmente la raccolta firme per il referendum sulle modifiche della Costituzione insieme alla raccolta per l’abrogazione delle norme della Legge Elettorale 52/2016 definita “Italicum”. Lo scopo è fermare la deriva autoritaria che minaccia il nostro Paese data dall’ approvazione di questi due provvedimenti che di fatto non garantiscono la democrazia e la sovranità popolare, ma piuttosto limitano la partecipazione dei cittadini alla vita politica del paese, diritto sancito dall’articolo 3 della nostra Carta Costituzionale. Bisogna avere il coraggio di chiamare le cose con il loro nome, senza dare nulla per scontato o acquisito, donando nuovamente un senso alle origini ideali dalle quali proveniamo.
Guardare al futuro in modo aperto, senza perdere il legame con il passato. Decidendo a quale passato apparteniamo, forse sarà più semplice capire quale futuro desideriamo.