Si sono avvalsi della facoltà di non rispondere gli otto arrestati (sette sono ai domiciliari e uno ha l’obbligo di firma) nell’ambito dell’operazione “Ombre Cinesi”, condotta dai carabinieri di Terzigno col coordinamento della procura di Nola, che ha bloccato un giro di residenze facili concesse a cittadini di nazionalità cinese. Tra i fermati, ci sono anche un consigliere comunale di Terzigno (Giovanni Tomassi), una impiegata dell’ufficio anagrafe del Comune vesuviano (Anna D’Ambrosio) e un vigile urbano (Francesco Del Giudice). I tre, assieme ad altri cinesi e a un marocchino, facilitavano l’ottenimento della residenza agli stranieri, che risultavano domiciliati in abitazioni di comodo, col consenso dei padroni di casa o addirittura a loro insaputa. Sottoposti all’interrogatorio di garanzia da parte del gip del tribunale di Nola, gli indagati hanno scelto di non rispondere ad alcuna domanda. L’interrogatorio di garanzia, comunque, si è tenuto ieri, appena un giorno dopo i fermi: una tempistica insolita (c’erano dieci giorni di tempo per fissare l’interrogatorio) che potrebbe aver indotto i legali a non far rispondere ai loro assistiti, in attesa di ulteriori verifiche. Non è escluso, comunque, un ricorso al Riesame, per chiedere la revoca delle misure cautelari.
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