Molte culture hanno tramandato l’idea della resurrezione e hanno individuato la sua essenza nell’uccello mitologico della Fenice che dopo la morte rinasce dalle sue ceneri. Questo discorso all’apparenza non sembra avere legami col mondo del calcio, eppure, di esempi di calciatori che hanno vissuto una fase di appannamento dovuta ad infortuni gravi che ne potevano limitare o addirittura stoppare anzitempo la carriera, ma che poi, con l’impegno e il duro lavoro sono ritornati meritatamente ai propri ruoli da protagonisti, ce ne sono molti. Il primo è quello di Francesco Totti che nel febbraio 2006, dopo un duro colpo subito da Vanigli, subì la frattura del perone con interessamento ai legamenti della caviglia, con i tempi di recupero che si assestarono intorno ai tre mesi. Paura in casa giallorossa e per l’allora CT della Nazionale Marcello Lippi per via degli imminenti mondiali in Germania. Ma la classe di Totti brilla anche in quel momento buio: infatti con un recupero lampo entra a far parte della selezione italiana in Germania e vince il mondiale da protagonista, continuando poi ad esprimere prestazioni di altissimo livello anche negli anni successivi. Il secondo è quello di Petr Cech, affidabilissimo portiere ceco, che nell’ottobre del 2006,in seguito ad un’uscita sull’attaccante del Reading Hunt,subisce un violento colpo alla testa nel quale riporta la frattura del cranio mettendo a repentaglio la propria vita. Da allora l’estremo difensore del Chelsea,poi passato ai rivali dell’Arsenal,indossa in testa un vistosissimo casco protettivo per evitare ulteriori danni al cranio,ma questo non gli ha impedito di vincere tanti titoli e di continuare ad essere il portiere che tutti conoscono. Il terzo esempio invece è storia recente. Trattasi di Lorenzo Insigne,che nel novembre 2014,nel corso della gara di campionato contro la Fiorentina,rimedia la rottura del legamento crociato anteriore del ginocchio destro. Il dolore è tremendo con l’attaccante che non riesce nemmeno a stare in piedi. Dopo una lunga riabilitazione durata sette mesi,ritorna al gol,esplodendo lacrime di gioia. La stessa gioia che mette oggi ogni domenica,Lorenzo,tornato più forte di prima. Tutti e tre incarnano il percorso della Fenice:la caduta e la rinascita. Come loro e come la Fenice, in un universo minore, quello granata della Sarnese,Ciro Ianniello, autore del gol vittoria contro la Leonfortese. L’esperto centrocampista classe ’76, reduce da un lungo infortunio che lo ha tenuto fermo per due mesi, per tutto il periodo di indisponibilità è stato costretto a guardare la sua squadra che stentava col gioco e ancor più coi risultati, vedendo allontanare sempre più il sogno playoff. E’ quello che più di tutti ha sofferto questa situazione, come ha dimostrato l’esultanza liberatoria al momento del gol, ed è per questo motivo che più di tutti è riuscito a lasciare il segno guidando i compagni alla vittoria domenica. Lo stesso Esposito è consapevole che la sua sapienza tattica dà tanta sicurezza ai compagni più giovani e che con lui in campo ad offrire varie soluzioni di gioco, la qualità della fase offensiva migliora sensibilmente. La sua assenza ha coinciso col digiuno di vittorie, ma dopo il periodo buio, come la Fenice è rinato, perché Ianniello, con una voglia di correre da ragazzino, a questa squadra, darà ancora tanto.