Personale inidoneo nel trasporto pubblico locale, una criticità da affrontare

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Nel mondo del trasporto pubblico nonostante i lavoratori ricoprono un ruolo di primo piano in termini di produttività, uno dei fenomeni naturali più preoccupanti che colpiscono le aziende è rappresentato dall’aumento della perdita dei requisiti fisici minimi professionali, richiesti per svolgere l’attività lavorativa.
Molteplici possono essere le cause che portano i sanitari a diagnosticare inquietanti patologie ai lavoratori, alcune di esse possono essere ricondotte alla stessa attività lavorativa espletata nel corso della propria carriera professionale.malattieSecondo alcuni ricercatori, il rischio di patologie cardiovascolari è strettamente connesso allo stress dovuto all’attività lavorativa, soprattutto nei casi in cui l’impegno richiesto da parte del lavoratore è elevato. Condizioni ideali che spingono i lavoratori stressati ad adottare comportamenti molto nocivi alla propria salute, come il fumo, la sovralimentazione o l’eccessivo consumo di grassi. Se a questo si aggiunge la scarsa attività fisica causata dall’elevata sedentarietà della propria mansione nonché il lento logorio fisico delle turnazioni, otteniamo una miscela letale dei fattori a rischio cui il lavoratore non può sottrarsi.
Lo scenario si fa ancor più inquietante se si considera che un valido contributo alla perdita d’idoneità sia dato anche dai turni di notte. Studi medici conclamati, asseriscono, infatti, che le ore di sonno perse durante il servizio non sono più recuperate dagli agenti quando vanno a dormire in orari impropri. Per finire l’elenco delle criticità degli addetti al tpl, non possiamo non rilevare le problematiche derivanti dal contatto con il pubblico, che diventano oltremodo pericolose, se si considera la disposizione non benevola dell’utenza nei confronti del personale di front-line, specie nell’evenienza di disservizi penalizzanti la regolarità degli orari. I guai, poi, aumentano se si tocca il tessuto sociale con cui si entra in contatto durante il servizio di controlleria, dove specie una particolare categoria di viaggiatori, troppo spesso, mostra la sua intolleranza verso il personale in servizio con aggressioni fisiche e minacce verbali.

busInsomma, un quadro generale davvero desolante se si pensa che il personale, punto nevralgico del trasporto locale, è sottoposto quotidianamente al rischio di non essere più idoneo a svolgere la propria mansione a causa di una serie di fattori difficilmente controllabili.
Ciò inciderebbe non solo dal punto di vista gestionale, visto l’uscita forzata dal ciclo produttivo di manodopera pregiata, ma anche sul morale del lavoratore diversamente idoneo, costretto ad accettare una nuova sistemazione poco consona alle proprie aspettative. Il declassamento del livello professionale, la riduzione salariale, l’imposizione di non poter più compiere un servizio utile all’azienda dopo anni di servizio, rappresentano importanti cambiamenti che inevitabilmente incidono sulla vita lavorativa e personale del lavoratore. Sentirsi un dipendente non indispensabile, incapace di svolgere qualunque mansione, non è di certo gratificante, per chi ha speso una vita a lavorare, soprattutto se si pensa all’esperienza accumulata negli anni e alla voglia di fare ancora tanto all’interno dell’azienda che nella maggior parte dei casi ha permesso di costruire una vita su basi economiche certe, nonostante i periodi di crisi attraversate dal comparto del trasporto pubblico.
Tutto questo per dire che è arrivato il momento di porre l’accento non solo sulla possibilità di riqualificare gli stessi lavoratori “diversamente idonei”, magari in mansioni nelle quali si sentono ancora parte integrante dell’azienda e non come un rifiuto da espellere il prima possibile, ma anche sulla necessità di avviare una politica preventiva aziendale diretta al controllo e alla circoscrizione di un fenomeno tutt’altro che irrilevante per il futuro di un settore ormai in piena crisi organica. I tutti questi anni importanti passi in avanti sono stati fatti in alcune società di servizio, ma ciò non può essere considerato un traguardo soddisfacente se si ritiene che il personale sia ancora una risorsa da utilizzare piuttosto che da mortificare attraverso rigide disposizioni interne che non tengono conto dello stato emotivo del lavoratore divenuto inidoneo alla sua mansione.