Il 17 aprile, si terrà il tanto discusso referendum nazionale sulle trivellazioni.
Ricordiamo che, il referendum è previsto dall’articolo 75 della Costituzione: può essere proposto da 500 mila elettori o da almeno cinque Consigli regionali per abrogare, totalmente o parzialmente «una legge o un atto avente valore di legge».
Prima di arrivare al voto vero e proprio i quesiti devono passare una serie di controlli tecnici e devono essere dichiarati ammissibili dalla Corte costituzionale.
Da mesi in Italia si parla dei referendum contro le trivellazioni, promosso da nove consigli regionali, i cosiddetti comitati NO-TRIV e altri movimenti.
Nel settembre del 2015 il comitato, infatti, aveva promosso la raccolta firme degli elettori a sostegno della presentazione di otto referendum, due dei quali avevano a che fare con la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi in mare e su terraferma, cioè con le trivellazioni.
Le 500 mila firme non erano state però raggiunte e poco dopo – anche grazie alla pressione esercitata da 200 associazioni, comitati e movimenti – alcuni consigli regionali avevano deciso di presentare a loro volta sei quesiti referendari, ai quali il 27 novembre la Cassazione aveva dato il via libera.
Tra i due quesiti ammessi, quello in questione, riguardante la durata delle autorizzazioni per le esplorazioni e le trivellazioni dei giacimenti in mare già rilasciate, e ha a che fare con l’abrogazione dell’articolo 6 comma 17 del Codice dell’Ambiente nella parte in cui prevede che le trivellazioni possano proseguire fino a quando il giacimento lo consente.
Il comma prevede sostanzialmente che le trivellazioni per cui sono già state rilasciate delle concessioni non abbiano una scadenza.
Il referendum vuole invece limitare la durata delle concessioni alla loro scadenza naturale, chiudere dunque definitivamente i procedimenti in corso e evitare proroghe.
Nel quesito referendario si chiede: “Volete che, quando scadranno le concessioni, vengano fermati i giacimenti in attività nelle acque territoriali italiane anche se c’è ancora gas o petrolio?”.
Esso riguarda solo la durata delle trivellazioni già in atto entro le 12 miglia dalla costa, e non riguarda le attività petrolifere sulla terraferma, né quelle in mare che si trovano a una distanza superiore alle 12 miglia dalla costa (22,2 chilometri).
Affinché il referendum sia valido bisogna raggiungere il quorum, ovvero devono andare a votare il 50 per cento degli aventi diritto, come previsto dell’articolo 75 della Costituzione Italiana.