Virus Zika, come evitare questo pericoloso nemico

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Flavivirus ad elevata risoluzione
Modello di un Flavivirus

Il virus Zika è nuovamente entrato in Italia, dopo le sporadiche apparizioni del 2015. Da qualche giorno una suora, appena rientrata dal Sud America, è in stato di osservazione per una sospetta infezione da parte del virus Zika. Ad oggi i casi acclarati in Italia sono quattro in totale e si tratta di viaggiatori che avevano visitato aree in cui sono in corso epidemie causate da questo virus semi-sconosciuto. A questi vanno aggiunti gli altri casi riscontrati in Europa ed, in particolare, nel Regno Unito, in Spagna, Portogallo, Finlandia e Danimarca.

Il virus

Il virus incriminato è un membro dei Flavivirus, identificato per la prima volta nell’aprile del 1947 in un esemplare di scimmia Rhesus  della foresta di Zika, in Uganda, da cui il patogeno prende il nome . Per l’isolamento da pazienti umani si è dovuto attendere il 1968, quando il virus Zika si è ripresentato in Nigeria, colpendo anche diversi bambini, da cui sono stati

Il virus Zika nel mondo fino all'anno 2007
Presenza del virus Zika nel mondo dal 1947 al 2007, anno in cui è stata colpita l’Isola di Yap (territorio cerchiato in rosso). Il virus si è poi esteso ad altre isole del pacifico ed è entrato in Brasile nel 2014, probabilmente in seguito allo svolgimento della Va’a World Sprint Championship, una competizione di canottaggio a cui hanno partecipato anche dei team provenienti dalle isole del Pacifico in cui il virus era endemico.

ottenuti gli isolati umani. Fino ad oggi non ha destato alcuna preoccupazione in quanto ha colpito soprattutto aree remote dell’Africa, dell’Asia e degli arcipelaghi del Pacifico, verso cui i flussi di turisti dall’Italia sono trascurabili. Dal 2014, però, il virus si è diffuso in Brasile, estendendosi alla maggior parte dei paesi dell’America latina, con alcuni casi in Messico e negli USA. La situazione del Brasile è particolarmente preoccupante, in quanto il Paese rappresenta il quinto stato più popoloso del mondo – fornendo al virus un vastissimo numero di ospiti – ed è occupato per più del 60% della sua estensione dalla foresta Amazzonica. Essendo questa una foresta tropicale, si presta ad essere l’habitat perfetto per le zanzare Aedes, una tipologia di quelle che vengono comunemente definite “zanzare tigre”, le quali costituiscono il vettore del virus Zika. Questo virus infetta le zanzare che, tramite una puntura, lo trasferiscono al sangue umano.  L’uomo, a sua volta, può trasmettere il virus ad una zanzara sana nel corso di una successiva puntura, generando un loop pericoloso, che aumenta il rischio di contagio in virtù dell’incremento del numero di vettori. Fortunatamente, sembra che il contagio tra esseri umani non sia possibile, pur essendo stato riscontrato il virus nel liquido seminale di un paziente, ridimensionando solo in parte la grandezza del fenomeno.

Diffusione del virus Zika oggi
In rosso sono evidenziate le aree attualmente colpite dal virus Zika, comprendenti principalmente il Sud America.

I rischi per l’Italia

Nel nostro paese, la preoccupazione per una piaga apparentemente lontana in termini geografici è legittimata dai grandi flussi di persone che, per turismo o per business, si recano in Sud America e dai flussi ancor più grandi che si avranno in occasione delle Olimpiadi di Rio 2016. Dunque, pur non essendovi nel nostro Paese un ambiente favorevole alla crescita delle zanzare Aedes, potremmo ritrovarci con un numero non indifferente di casi importati dal Brasile. Tuttavia, proprio la mancanza di zanzare tigri in Italia, rappresenta un ostacolo ad una eventuale epidemia, che è da ritenersi altamente improbabile.

I sintomi

Zanzara tigre
Una zanzara tigre, il principale vettore del virus Zika, nonché l’unico mezzo di trasmissione identificato fino ad oggi.

Un altro aspetto del virus Zika, che contribuisce a ridimensionarne la pericolosità, è dato dalla sintomatologia della malattia da esso causata, la quale si presenta con caratteristiche simili alla meglio caratterizzata febbre dengue. I sintomi furono descritti per la prima volta nel 1964, dal dottor Simpson, che aveva contratto in prima persona la malattia durante degli studi sul virus stesso. Questi insorgono dopo 3-12 giorni dalla puntura e scompaiono nell’arco di una settimana, o anche prima. Sintomi aspecifici, come una febbre non molto severa ed un classico mal di testa, si associano a manifestazioni maggiormente caratteristiche, come rash maculo-papulari, artralgia e congiuntivite, che non sono sempre tutti presenti in contemporanea. In più, il 25% di coloro che vengono infettati dal virus è totalmente asintomatico, mentre coloro che presentano i sintomi hanno una prognosi benigna e si ristabiliscono totalmente.

Restrizioni per le donne in gravidanza

Il problema sorge se la persona infettata dal virus Zika è una donna incinta, perché il virus in questione è teratogeno e vi è un’alta probabilità di dare alla luce un bambino con problemi abbastanza gravi, come la microcefalia. Questa affezione neurologica del neonato è caratterizzata da un cranio piccolo e da un alterato sviluppo del cervello, che può essere fonte di ritardo mentale anche grave. La prevenzione si effettua evitando assolutamente gravidanze se ci si trova in uno dei paesi colpiti dal virus e rimandando perentoriamente eventuali viaggi programmati verso le mete a rischio se si è in dolce attesa, come ribadito prontamente dal Ministero della Salute. Qualora il viaggio fosse improrogabile, bisognerebbe prestare la massima attenzione nell’utilizzare misure alternative di profilassi, come l’acquisto di repellenti per zanzare efficaci e il soggiornare in un ambiente isolato tramite zanzariere.