All’Università Suor Orsola Benincasa si tiene, fino al 22 Gennaio, una mostra multimediale sulle missioni archeologiche delle università italiane in Turchia, frutto di una campagna di scavo e ricerca ad Hattusa, la capitale del regno Ittita (attuale Turchia) nel cuore dell’altopiano anatolico, oggi patrimonio dell’UNESCO. Ricostruzioni tridimensionali dei principali siti archeologici della Turchia, repertazioni fotografiche dei lavori di scavo e di ricerca e video documentari delle missioni archeologiche italiane consentono una fruizione innovativa del patrimonio artistico e culturale. Ci si trova, infatti, immersi in spazi virtuali e percorsi multimediali, ottenuti grazie alle moderne tecnologie in 3D, che ”permettono ai visitatori di passeggiare fra le antiche rovine, con un tutor virtuale che ne racconta la storia e ne illustra il significato” come sottolinea Massimiliano Marazzi, archeologo e curatore scientifico della mostra. Il progetto, ideato dal Dipartimento Scienza Nuova – Centro Euromediterraneo per i Beni Culturali dell’Università Suor Orsola Benincasa in collaborazione con il Centro Ricerche Archeologiche di Torino per il Medio Oriente e l’Asia, si inserisce nell’ Anno Europeo dello Sviluppo e in vista del centenario (1906-2016) della decifrazione dell’antica lingua degli ittiti, l’antica popolazione che dominò sull’ intera penisola anatolica (oggi Turchia) e in parte della Siria fino ai primi decenni del XII secolo a.C.
La mostra rappresenta, inoltre, un esempio virtuoso di cooperazione scientifica e culturale. Infatti la campagna di scavo e ricerca è stata condotta da un gruppo di ricercatori dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, con il coordinamento scientifico di Massimiliano Marazzi e la guida tecnologica di Leopoldo Repola, in sinergia con l’Istituto Archeologico Germanico di Istanbul, diretto da Andreas Schachner e, sotto l’aspetto propriamente culturale, rappresenta la sintesi del lavoro archeologico di diverse università italiane “lavorare insieme per la valorizzazione del patrimonio storico, artistico e culturale della grande area del mediterraneo da un lato può rappresentare un grande volano di sviluppo economico e dall’altro un grande strumento di integrazione politica e sociale grazie alla scoperta di valori e radici comuni” sottolinea l’ambasciatore turco Aydin Adnan Sezgin.
“Credo sia lecito parlare di diplomazia della cultura” afferma Lucio d’Alessandro, rettore dell’Università Suor Orsola Benincasa “Laddove le cancellerie della politica fanno fatica a dialogare, la cultura rappresenta lo strumento più efficace per respingere i venti di guerra e costruire la pace con un sistema virtuoso di relazioni e interazioni culturali nel quale tra i popoli non vi siano conflitti ma reciproci arricchimenti” “Senza dimenticare” conclude Lucio D’Alessandro “che il primo trattato di pace della storia dell’umanità appartiene proprio alla civiltà ittita(il trattato di Qadesh) non a caso esposto con tutto il suo valore simbolico nel Palazzo dell’ONU a New York”.
Apertura Mostra: fino al 22 Gennaio
Lunedì-Mercoledì-Venerdì 9-14
Martedì e Giovedì 9-17
Info e Coordinamento Scientifico
Arch. Leopoldo Repola
repolaleopoldo@gmail.com
www.unisob.na.it/eventi
Sede
Università degli Studi Suor Orsola Benincasa
Via Suor Orsola 10 – Piano Mostre
Napoli