Domenica 10 gennaio al Museo Civico di Piazza d’Anna di Striano termina la mostra “Pietre e colori… dal reale al Surreale” di Antonio Lanzetta, un artista che sa conciliare la creatività col quotidiano e le sue difficoltà.
Quando hai iniziato a dipingere?
Nella seconda fase della mia vita, dopo un incidente che mi ha cambiato la vita, migliorandomela.
Come è possibile che un incidente migliori la vita?
Per me è stato così. Ho avuto un grosso incidente nel 2004 che mi ha portato alla perdita del braccio sinistro. Dopo una fase delicata e tragica, però ho sentito il bisogno di rinascere e l’arte ha giocato un ruolo importantissimo. Ho fatto cose dopo l’infortunio che non avrei mai pensato di fare come il trasformare tutto ciò che provo in forme e colori. Utilizzo colori accesi, pietre sgargianti e anche plastica per tramettere la mia positività e il mio nuovo equilibrio. Non voglio raccontare di tristezza nei miei lavori, la vita è bella e voglio restituire i colori a chi li ha persi. La cosa più facile dopo un incidente come il mio sarebbe abbattersi e lasciarsi vincere dalla depressione ma io voglio dire a tutti che dopo l’incidente ho scoperto la mia vera forza e ho fatto delle cose che non avrei mai pensato possibili.
Infatti i tuoi quadri prendono di petto chi li guarda, si nota un impatto irruente e colorato.
Sì, non vi è nessun mio quadro che vuol raccontare del dolore, eccetto “Naufraghi”, ma capirete dal titolo che in quel caso la sofferenza non è la mia ma quella di tanta povera gente che, per cercare la vita, trova la morte.
I tuoi quadri sono stati esposti all’Expo, la tua mostra a Striano è stata prorogata fino al 10 gennaio, grazie al successo di pubblico registrato, sei stato tra i finalisti del premio “Albatros”, insomma tante gratificazioni per te, quale è stato per te il momento più appagante e bello?
Ce ne sono stati tanti, certo quando ho ricevuto l’invito per l’Expo quasi non ci credevo, ma il calore che mi da la mia terra non lo trovo da nessun’altra parte. Qui ho una famiglia splendida che mi sostiene, mia moglie che è la mia forza, il mio grande amico Francesco Falco, che colgo l’occasione per ringraziare, il quale non mi lascia da solo neanche un attimo nei miei viaggi e un’amministrazione comunale che non lascia passare occasione per darmi visibilità e mostrarmi il suo affetto. Insomma è tutto appagante a casa mia e posso girare l’Italia intera ma mi emoziono qui, non c’é nulla da fare.
Opere preferite?
Ognuna di essa tratta di sentimenti, come le pagine di un diario. Certamente hanno un posto particolare “L’Attesa”, “I due innamorati” e “Naufraghi” che ha ispirato anche una poesie ad Antonio Lubrano.
La tua mostra termina domenica, vuoi dire qualcosa al riguardo?
Ringrazio l’Amministrazione nella persona del sindaco Rendina e dell’assessore Rosa Rega, la giornalista Ilde Rampino e la dottoressa Mezzatesta che hanno preso parte all’inaugurazione di essa, domenica terminerà con il concerto di Natale dell’orchestra giovanile “Happy Orkestra” per salutare insieme le feste che volgono al termine e per iniziare un nuovo anno all’insegna dell’allegria ascoltando buona musica.
Spero che accorrano in tanti.
Che ti aspetta dal nuovo anno?
Spero che tutte le persone che soffrano possano capire che nonostante tutto la vita è bella. Sono stato invitato dall’Inail a raccontare della mia disabilità e del mio percorso artistico in giro per l’Italia, la mia storia deve far riflettere ed è simile a quello di tante persone che dopo un dolore così grande hanno trovato il coraggio di migliorarsi. Voglio inoltre crescere come artista ma voglio che la gente apprezzi i miei quadri per quello che sono, al di là del mio aspetto. Voglio semplicemente portare la gioia nella vita di persone che fanno smarrito i colori nella loro anima, non ho nessun’altra pretesa.