Come spesso avviene nel nostro Paese, i drammatici eventi accaduti negli ultimi anni hanno prevalso sulla più nefasta delle previsioni, e tra tagli nazionali e i bilanci in rosso delle società, la situazione del tpl in Campania è a dir poco esplosiva, contornata da gravi disservizi e continue proteste dei lavoratori e dell’utenza.
Fare trasporto pubblico nella nostra regione è indubbiamente difficile, ma arriva il momento in cui la politica deve passare dalle parole ai fatti ed il risanamento delle società partecipate che si occupano di mobilità sul territorio, è diventato uno dei cardini della credibilità della Regione, che dovrà in ogni caso rispettare gli impegni presi col Governo e garantire ai propri cittadini adeguati livelli di servizio pubblico, tagliati drasticamente a causa della precaria situazione finanziaria ed economica in cui versano le società di tpl.
E così, tra i tagli ai contratti di servizio e i mancati introiti tariffari, tra un piano di riorganizzazione deficitario e uno di risanamento ancora da valutare, si è arrivati al depotenziamento delle società di trasporto pubblico, allo svuotamento delle loro funzioni interne e ad un graduale regresso di tutto il sistema di mobilità regionale, reso ancora più precario dal fallimento di alcune delle società su gomma. L’inevitabile dissesto delle aziende di trasporto e l’insostenibilità finanziaria del comparto, venutasi a creare dopo anni di sprechi e di tagli indiscriminati al contratto di servizio, ha spinto la Regione Campania sotto la direzione dell’ex governatore Stefano Caldoro a dichiarare lo stato di crisi del tpl, con l’amara consapevolezza che nulla sarebbe stato più come prima, soprattutto perché per la prima volta ci si trovava ad affrontare il problema del sovradimensionamento delle società partecipate, ormai considerate troppo onerose per le esigue casse regionali.
La presa coscienza dello stato di dissesto delle aziende di tpl e le difficoltà a ricorrere al credito bancario per la loro spesa corrente, hanno reso necessario il ricorso a politiche di sostegno finanziario che accompagnassero, nel miglior modo possibile, la progressiva riorganizzazione e razionalizzazione dei servizi, che nel frattempo venivano già decurtati prima ancora di capire quali erano i livelli minimi di servizio da garantire all’utenza.
Oggi, con l’insediamento in Campania della nuova giunta regionale e la delega ai trasporti ancora nelle mani del Presidente Vincenzo De Luca, ci si attende un cambio di rotta determinato per un settore da sempre ritenuto fondamentale per l’economia del territorio. Ricostruire un clima di fiducia tra i lavoratori e l’utenza, incentivare nuove strategie di mobilità e risanare le principali aziende di trasporto pubblico, sono solo alcune delle misure che potrebbero essere messe in atto per rilanciare il trasporto in Campania.
Ma le contraddizioni di un sistema pubblico logoro e ormai antiquato ai tempi moderni, devono essere affrontate con serietà e coraggio, anche al rischio di essere impopolari ed i problemi economici vanno risolti attraverso piani di ristrutturazione efficaci che mirano alla salvaguardia del trasporto pubblico, nell’interesse dell’utenza e soprattutto degli addetti ai lavori, già da troppo tempo bistrattati per colpa di una crisi senza fine e di una politica poco disposta ad accollarsi il peso delle proprie responsabilità.