La Polizia Municipale di Napoli diretta dal Colonnello Ciro Esposito ha scoperto un insolito e allarmante sito di stoccaggio di rifiuti, anche pericolosi.
All’interno del cortile dell’Istituto Tecnico Statale F. Giordani di via Caravaggio tale B. R. di anni 41 aveva
da alcuni mesi realizzato il proprio sito abusivo di deposito di elettrodomestici fuori uso, frutto della illecita
attività di lucro di raccolta e smaltimento di questi rifiuti per conto di terzi, cittadini e rivenditori.
Come sia stato possibile realizzare e gestire il sito all’interno dell’istituto, occupando il cortile della scuola
alle spalle dei locali della palestra è presto chiarito dal fatto che il soggetto è il figlio della custode della scuola, in cui questa vi abita e per cui dovrebbe garantire la vigilanza.
È da chiarire come mai sia stata occupata impunemente un area della scuola per uso privato.
L’illecita attività di raccolta e gestione dei rifiuti di elettrodomestici ed elettronici cosiddetti RAEE (Rifiuti di Apparecchiature
Elettriche ed Elettroniche), gestita in questo caso senza alcun titolo ed occupando l’area della scuola, come per gli altri rifiuti, è parte del sistema più ampio dello smaltimento illecito dei rifiuti speciali che attraverso la gestione abusiva elude i costi di gestione delle aziende rivenditrici di tali apparecchiature che invece a norma del Codice dell’Ambiente prevede formalità e procedure ben definite a garanzia del legittimo trattamento di recupero e smaltimento dei RAEE.
Ogni rivenditore di nuovi elettrodomestici e apparecchi elettronici ha l’obbligo di ricevere da parte dei cittadini i RAEE fuori uso gratuitamente ed ha il dovere di documentare il carico e lo scarico dei rifiuti in un registro realizzando in proprio un area di deposito temporaneo degli elettrodomestici e simili. Ovviamente, al netto della eventuale spesa per il trasporto che resta a carico dei cittadini, tutto ciò comporta un onere in termini di costi di gestione, di impegno per la giusta organizzazione e la creazione di spazi per le aree di deposito in capo a ciascun rivenditore che, come in questo caso, eludono costi e doveri sfruttando il sistema di gestione illecita di piccoli ma organizzati smaltitori abusivi.
È allarmante il caso in specie perché i RAEE possono determinare un danno ambientale, infatti contengono una serie di materiali e sostanze che, senza subire l’opportuno trattamento, sono altamente inquinanti. Spesso l’abbandono incontrollato di vecchi apparecchi si accompagna al fenomeno della c.d. cannibalizzazione, ossia lo smantellamento e la separazione dei componenti al fine di estrarre materie da rivendere sul mercato nero. La cannibalizzazione di un elettrodomestico, come un frigorifero o un condizionatore, alla ricerca di alluminio, ferro e rame, può causare danni seri all’ambiente con il rilascio di sostanze pericolose(cadmio, mercurio, piombo, nichel). I gas refrigeranti (CFC, HCFC e HFC), inodori, incolori e non tossici, sono fonte di inquinamento invisibile: rilasciati in atmosfera, infatti, danneggiano lo strato di ozono e contribuiscono all’effetto serra con conseguenze che si possono protrarre per anni.
Per tale motivo è per le ditte obbligatorio smaltire tali rifiuti mediante i consorzi costituiti per legge a cui fanno capo aziende certificate per il trattamento ed il recupero dei materiali contenuti nei RAEE secondo le regole.
Ora i rifiuti sono stati sottoposti a sequestro e saranno rimossi al più presto previa determinazione dell’Autorità Giudiziaria a cui sono stati denunciati i responsabili.