<Noi siamo tutti fratelli, dobbiamo condannare tutti insieme l’Isis, un gruppo di persone folli che usano Allah come scudo>, questo è il messaggio di pace che i fratelli musulmani, di Sarno e dintorni, hanno voluto far risuonare nel gelido pomeriggio di Sarno, in una piazza 5 Maggio super blindata dalle forze dell’ordine, dopo che in mattinata si erano fatte sempre più insistenti le voci di una presunta contromanifestazione da parte di gruppi di estrema destra cittadini e regionali, poi smentite dal locale commissariato di polizia. L’Imam AbdAllah Massimo Cozzolino, presidente dell’associazione culturale islamica campana, e il giovane attivista musulmano di Sarno, Larbi Dernati, nonché organizzatore dell’evento “Jama’a al-Dawa Tabligh” a cui hanno aderito 42 moschee campane, hanno espresso la loro soddisfazione sia per l’ottima riuscita della manifestazione nazionale, tenutasi ieri a Roma contro il terrorismo, sia per il seguito della stessa voluto fortemente oggi a Sarno, importante per riaffermare, come dice lo stesso Cozzolino, il “No” categorico al terrorismo e all’increscioso problema che tende ad associare i musulmani in senso generico ai criminali autori di questi omicidi nel mondo. Lo stesso Imam continua affermando che, nonostante i musulmani siano restii a scendere in piazza, come dimostra anche oggi la scarsa presenza di islamici, attesi in ottocento, ne sono arrivati circa cinquanta, la manifestazione è stata comunque importante per rivalutare la loro figura agli occhi dei concittadini, in quanto essi stessi si sentono seconde vittime di queste stragi, perché chi arriva in Italia lotta ogni giorno per l’integrazione nel rispetto delle leggi e della libertà di culto e queste azioni non hanno fatto altro che alimentare l’odio e la paura nei loro confronti. Più filosofico, invece, il monito dell’attivista Larbi, basato su una facile interpretazione del Corano come testo sacro di pace e amore, perché come più volte ripetuto un po’ da tutti i fratelli, il Corano afferma che chi uccide un uomo, uccide l’umanità intera. Quindi Larbi chiede aiuto alle istituzioni ed ai fratelli musulmani di <emarginare i personaggi sospetti o fondamentalisti dai luoghi di culto per continuare il messaggio di pace iniziato da Maometto>. Tutti uniti oggi, mussulmani e non, nel gridare Allah akbar (Dio è grande) una parola che semina spesso il panico perché usata dai terroristi prima di uccidere, ma che invece, come afferma Larbi, è una parola assolutamente positiva perché rappresenta il modo più pacifico di ringraziare Dio prima di pregare. La manifestazione si è conclusa con gli applausi scroscianti dei presenti, quando il giovane attivista Dernati e l’Imam Cozzolino, hanno chiesto pubblicamente scusa per la strumentalizzazione dell’Islam e del
Corano come strumento di morte e per le vittime nel mondo in nome di Allah. <Non marchiateci come terroristi, siamo tutti fratelli e sorelle, e dobbiamo amarci ed aiutarci gli uni con gli altri. Allah Akbar>